In questi giorni si sono susseguite a cascata una serie di notizie che riportano il caso Schwazer sulle pagine di grandi testate giornalistiche.
Ma andiamo con ordine. Come tutti sappiamo il marciatore altoatesino era stato annunciato positivo all’EPO il 6 agosto 2012, qualche giorno prima della 50km di Marcia delle Olimpiadi di Londra alle quali Schwazer si presentava ai nastri di partenza tra i favoriti, dopo aver già annunciato di non prendere parte alla 20k di Marcia per problemi di salute (a detta dell’allenatore Michele Didoni motivazione assolutamente reale).
Due giorni dopo, l’8 agosto 2012, viene indetta una conferenza stampa in diretta streaming durante la quale Alex rompe il silenzio tenuto fino ad allora per confessare le pratiche dopanti interrotto dai suoi stessi singhiozzi. Il marciatore durante l’incontro con i giornalisti dichiara strenuamente di aver agito da solo, informandosi su internet e acquistando l’EPO in Turchia a Settembre 2011, e di essersi dopato solo una volta a Luglio 2012. Inoltre durante la conferenza ha dichiarato di aver avuto contatti con il dottor Michele Ferrari (medico sospeso a vita dalla IAAF per essere stato sospettato di aver somministrato doping a molti sportivi, alcuni del calibro di Lance Armstrong) durante il 2010 per delle tabelle di allenamento, interrotti però nel momento in cui Schwazer ha scoperto del suo coinvolgimento in casi di doping nel ciclismo.
Il 30 Luglio 2013 è risultato positivo ad un controllo a sorpesa della WADA (Agenzia Mondiale Anti-Doping).
Il 23 Aprile 2013 poi il TNA (Tribunale Nazionale Anti-Doping) ha condannato Schwazer a 3 anni e mezzo di squalifica per “acquisto e possesso di sostanze dopanti”, dopo aver accertato che oltre all’EPO il marciatore era in possesso anche di steroidi.
Ma arriviamo a qualche giorno fa. Il 18 Giugno 2013 i Carabinieri hanno perquisito le sedi del CONI e della Fidal sequestrando documenti che possono riguardare il periodo pre-positività in cerca di prove per l’ipotesi di favoreggiamento. Sono stati perquisite inoltre le abitazioni dei medici della Fidal Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella , del responsabile tecnico del tempo Rita Bottiglieri e del’allenatore Michele Didoni, tutti indagati dalla procura di Bolzano.
Il 19 Giugno 2013 “Il Sole 24 Ore” pubblica delle notizie riguardanti uno scambio di mail avutosi tra Schwazer e Fiorella a Giugno 2012 dalle quali sembra che il medico fosse a conoscenza delle pratiche dopanti a cui si era sottoposto l’atleta. Sempre dalle stesse notizie emerge inoltre che la IAAF e Fischetto, che erano in contatto tramite la figura di Thomas Capedeville (il responsabile antidoping della IAAF), erano a conoscenza di valori ematici strani e che a parer di Fischetto non lasciavano dubbi sulla manipolazione. Tuttavia non è arrivata nessuna richiesta di controllo dell’atleta agli organi di competenza nonostante il medico affermi il contrario.
Dal materiale reperito dai Carabinieri inoltre è emerso che Schwazer teneva una specie di passaporto biologico personale in cui registrava i propri valori ematici da parecchi anni, il che fa presagire all’utilizzo del doping anche prima del 2008, anno in cui ha vinto la medaglia d’oro sulla 50km di Marcia alle Olimpiadi di Pechino.
Nello stesso giorno la IAAF smentisce di aver coperto la positività dell’atleta dopo le accuse arrivate da parte del quotidiano statunitense “New York Times”. In tarda giornata arriva anche un comunicato della Fidal in cui si annuncia che i medici Fischetto e Fiorella si sono autosospesi dai loro incarichi.
Un quadro intricato quindi quello che sta emergendo, che rende sempre più inverosimile la versione del marciatore “ho fatto tutto da solo” e allarga sempre di più i confini, anche geografici, di questa complicata vicenda.