Hengelo, Paesi Bassi: è proprio nella cittadina olandese che annualmente nel mese di maggio vanno in scena i Fanny Blankers-Koen Games, meeting internazionale di atletica leggera inserito nel circuito IAAF World Challenge. Anche quest’anno la lista dei partecipanti era ricca di nomi di spessore: andiamo a vedere nel dettaglio come sono andate le gare.
Partiamo dal salto in alto femminile: ad aggiudicarsi la prova è stata Oksana Okuneva, saltatrice ucraina che si è imposta con la misura di 1,95 m. Secondo posto per Ana Simic a pari misura con la vincitrice e terzo gradino del podio per Irina Gordeyeva con 1,92 m.
Nel salto triplo la spunta Caterine Ibarguen, che fissa il nuovo record del meeting a 14,63 m. Dietro di lei Kimberly Williams e Anna Jagaciak rispettivamente con 14,56 m e 14,20 m. Chiude nona Simona La Mantia con un salto da 13,31 m. Il salto in lungo maschile, invece, parla greco: ad atterrare più lontano di tutti è Louis Tsatoumas (8,25 m), trentaduenne di Messene, che per un solo centimetro riesce a tener dietro Greg Rutherford (8,24 m).
Passiamo ora agli ostacoli, dai quali arriva un altro record del meeting, firmato questa volta da Queen Harrison che sigla un 12″56 sui 100 m con barriere e si impone su Tiffany Porter (12″87) e Jacquelyn Coward (12″90). Fra gli uomini negli “ostacoli veloci” il primo posto va a William Sharman con 13″32. Nel giro di pista con barriere vittoria di Javier Culson con 48″66, davanti a uno strepitoso Ashton Eaton, capace di piazzare eccellenti risultati in quasi tutte le discipline: questa volta per lui un 49″07, che rappresenta il suo nuovo primato personale.
Sui 400 m piani al femminile si fa notare Floria Guei che vince in 51″80, mentre fra gli uomini il primo posto se lo prende Wayde Van Niekerk che con il crono di 45″07 mette dietro Luguelin Santos (45″19) e David Verburg (45″36). Sul doppio giro di pista femminile il podio è tutto sub-2′: Brenda Martinez (1’59″24) regola Winnie Nanyondo (1’59″39) e Rose Mary Almanza (1’59″70). Al maschile ad aggiudicarsi la gara è un keniano: si tratta di Robert Biwott che chiude in 1’44″75. Da segnalare anche il terzo posto del “padrone di casa” Thijmen Kupers, autore del PB con 1’45″68.
E’ nei 1500 metri che era attesa in gara una delle atlete italiane che più si è fatta notare soprattutto quest’inverno a livello internazionale: stiamo parlando di Margherita Magnani. La gara è stata vinta con 4’01″79 da Sifan Hassan, mentre la mezzofondista delle Fiamme Gialle ha chiuso in quattordicesima posizione con il buon tempo di 4’08″81. Gli uomini, invece, erano attesi alla prova dei 3000 m che non hanno sicuramente deluso le aspettative: il vincitore, Cornelius Kangogo, ha segnato la nuova miglior prestazione mondiale stagionale con 7’41″27 in una volata serrata con Augustine Choge (7’41″57) e lo statunitense di origine keniana Bernard Lagat (7’41″94).
Interessanti anche le prove dei 100 m, che hanno visto primeggiare fra le donne Jeneba Tarmoh che in fondo al rettilineo fa segnare il tempo di 11″12 su Barbara Pierre (11″20) e Schillonie Calvert (11″26). Al maschile a vincere la prima è Richard Thompson, l’argento olimpico di Pechino 2006 che chiude in 9″95, un solo centesimo davanti a Chijindu Ujah, oro agli Europei Junior di Rieti 2013, mentre è da sottolineare anche il 10″44 corso da Greg Rutherford in batteria dopo la gara del lungo.
Chiudiamo con il lancio del disco, animato da alcuni dei più forti atleti a livello mondiale: medaglia d’oro per l'”Hulk” tedesco Robert Harting (68,47 m) e secondo posto a Piotr Malachowski (67,07 m). A chiudere il podio ci pensa Philip Milanov con un lancio di 66,02 m.Volete sapere anche chi è arrivato ultimo? Per quanto bizzarra sia la coincidenza, la risposta è Christoph Harting, proprio il fratello del vincitore.
Nella foto: Ashton Eaton ai Mondiali Indoor di Sopot (Michele Fortunato/atletipercaso.net)