Le accuse di doping che in questo ultimo periodo hanno riguardato nomi molto importanti del panorama dell’atletica mondiale hanno fatto sì che alcuni di questi atleti, tra cui Mo Farah e Jo Pavey, abbiano reso pubbliche le proprie analisi del sangue per dimostrare di essere puliti.
Le agenzie anti-doping si sono subito mostrate contrarie a questa mossa e a loro si è unita la tre volte campionessa della Maratona di Londra, Paula Radcliffe.
Come ha spiegato alla BBC, rendere pubbliche queste informazioni potrebbe essere causa di fraintendimenti e coloro che hanno in mente di imbrogliare potrebbero capire entro quali limiti i valori ematici vengono accettati e di conseguenza potrebbero riuscire a manipolare i risultati.
Il passaporto biologico è molto difficile da interpretare per chi non è competente e pubblicare le proprie analisi non rende automaticamente un’atleta pulito dato che non esiste ancora un metodo sicuro al 100% per poter stabilire l’uso del doping.
Paula Radcliffe si è sempre dimostrata una forte sostenitrice della lotta al doping e afferma di essere soddisfatta dei propri risultati perché guardando indietro nel proprio passato lei potrà dire “Sì, sono riuscita a fare questo, ho dato il massimo“, pensiero che non potranno avere gli atleti che fanno uso di sostante illecite. E’ molto importante continuare a credere nelle nostre idee e avere una buona etica perché al momento è l’anti-doping più potente.
La primatista mondiale si sofferma a parlare anche di Lord Sebastian Coe, il nuovo presidente della IAAF, persona che ritiene molto adatta a questo ruolo perché dotata di grande forza e capace di attuare tutto quello che serve per eliminare la piaga del doping, senza avere paura di attuare riforme che potrebbero essere contrarie a molte persone. C’è la necessità da parte della Federazione Mondiale di essere più trasparente e di spiegare cose che non sono state spiegate in precedenza.
Foto Athletics Illustrated