NEWS: Il Regno Unito nega l’asilo a Jimmy Thoronka, velocista fuggito dall’Ebola nel 2014

jimmy thoronkaIn un nostro precedente articolo avevamo già illustrato la triste storia di Jimmy Thoronka, storia che sembra volgere ancora al peggio per il giovane.

Jimmy Thoronka ha solo 20 anni anche se il suo sguardo ne dimostra molti di più. La vita di Thoronka ha preso una piega tragica  nel 2014 quando è scoppiata l’epidemia di Ebola in Africa e la sua famiglia è stata letteralmente decimata.

Thoronka all’epoca era di stanza a Glasgow per i Giochi del Commonwealth con la squadra della sua nazione, la Sierra Leone, quando ricevette la notizia della morte dei suoi cari. Evidentemete distrutto e impaurito, Thoronka non ha mai preso l’aereo di ritorno da Glasgow, arrivando solo  fino a Londra, per poi darsi al triste vagabondaggio, periodo in cui è stato anche derubato dei documenti.

Questa storia fece scalpore in Regno Unito, soprattutto grazie al giornale “The Guardian” che per tutto questo tempo ha portato avanti la battaglia per reintegrare il velocista ventenne ( ha un PB di 10”58 sui 100m).

Con la spinta dei media, molte altre persone sono corse in aiuto di Jimmy, uno su tuttu è stato Richard Dent, studente di Cambridge ha aperto una raccolta fondi per aiutare il giovane atleta in difficoltà, raccogliendo diverse decine di migliaia di sterline in questi mesi.


Dal marzo di quest’anno inoltre, a Thoronka è stata data una piccola abitazione nel nord di Londra da un privato cittadino, gli hanno permesso di allenarsi in palestra gratis, gli avvocati che si occupano di lui non gli stanno facendo alcuna pressione monetaria e forse, cosa più gratificante, gli è stata offerta una borsa di studio sportiva alla East London University. Ricordiamoci che Thoronka ha solo 20 anni.

Sono passati sei mesi da quando è stata inoltrata la richiesta d’asilo alla Home Officer e la risposta è finalmente giunta, con una amara missiva.

Il Ministero degli interni ha bocciato la richiesta d’asilo del giovane atleta, il quale non potrà inoltre ricorrere in appello finchè non sarà tornato in Sierra Leone. Adesso a Thoronka hanno dato tempo fino a lunedì per tornare volontariamente nel suo paese natio, altrimenti, scaduto il termine, potrebbe essere arrestato e rimandato indietro con la forza.


A niente sono valse le perizie psichiatriche presentate dagli avvocati, dove sostenevano un forte “trauma cronico” per il ragazzo, il quale ha perso otto familiari per l’Ebola. Il ministero ha risposto che questo punto è ininfluente, ed inoltre Thoronka non ha una famiglia in Gran Bretagna, mentre in Sierra Leone potrebbe trovare consulenza.

Thoronka ha affidato le sue parole sempre al The Guardian, definendosi “devastato”.

Ha detto al giornale: “Cosa mi succederà se sarò costretto a ritornare in Sierra Leone? Non c’è nessuno a prendersi cura di me, nessuno a sostenermi o insegnarmi. Il presidente della Federazione ci ha detto che molti degli atleti si stanno allenando da soli, in strutture non buone. Non credo di farcela a tornare indietro.”

Subito l’opinione pubblica si è schierata a favore del giovane velocista. Van Skoric ha creato una petizione che attualmente ha raccolto più di 70.000 firme a favore dell’asilo per Thoronka.


Emma Sinclair, imprenditrice che ha aiutato il ragazzo in questi mesi, ha dichiarato: “Questo è solo un ragazzo e se il Ministero dell’Interno gli permette di rimanere, non costerà sulle spalle del contribuente, dato che gli è stata offerta una borsa di studio. Non ho parole su questa decisione. Sembra che in questa società sia un segno di debolezza mostrare umanità.”

Altra voce a favore dell’atleta è stata quella di Mike Bense, allenatore dell’ Heathside Running Club nel nord di Londra, dove Thoronka si è allenato mentre aspettava una decisione del Ministero degli Interni.

Il pubblico non sa che solo una piccola percentuale della popolazione è in grado di correre 100 metri in meno di 11 secondi. Jimmy ha già raggiunto tempi di 10”5 . Egli è potenzialmente uno delle élite. Questo è un momento molto critico nella sua vita e non può permettersi di perdere altro tempo, a questo punto. La carriera di uno sprinter ha una durata massima di cinque a otto anni. Non possiamo permetterci di perdere un’altra stagione o due. C’è urgenza che Jimmy continui con la sua formazione, ha una buona rete di sostegno qui e noi siamo parte di essa”.

Adesso si stanno discutendo le opzioni da presentare, e a quanto rilasciato dagli avvocati degli atleti, forse proprio oggi potremmo avere nuove informazioni sulla triste vicenda di questo fin troppo giovane ed esule atleta.

 

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