DOPING: I risultati delle indagini, la WADA chiede la sospensione della Russia dalle competizioni

WADA Report Russia DopingOggi pomeriggio si è tenuta a Ginevra la conferenza stampa dell’Agenzia Mondiale dell’Antidoping, la WADA, sull’esito delle indagini avviate dopo il documentario della emittente tedesca ARD che accusava la Russia di dopare i propri atleti.

E’ veramente difficile decidere da dove iniziare, perché quello che è successo oggi va ben oltre quello che si poteva immaginare. Le conclusioni a cui è giunta la commissione indipendente che ha sostenuto le indagini erano in realtà prevedibili, ma quello che ha sconcertato è tutto quello che si nasconde dietro.


IL VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA

Nel report divulgato oggi (scaricabile integralmente qui), non si usano giri di parole nel dire che “in Russia c’è una radicata cultura del doping promossa e spalleggiata direttamente dallo stato“, né tantomeno ci si risparmia nel raccontare per filo e per segno quella che sembra la trama di un film.

Stando alle indagini svolte, la Russia avrebbe obbligato i propri atleti a sottostare ad un programma di doping pena l’esclusione dalla squadra nazionale. Riguardo a questo, di certo si poteva sospettare qualcosa, visto il grande numero di atleti positivi scoperti negli ultimi anni.


Quello che non si poteva immaginare è che i servizi segreti russi facessero visita al laboratorio antidoping di Mosca per intimorire e minacciare gli addetti alle analisi. Il direttore del laboratorio, Grigory Rodchenko, ha ammesso di aver distrutto intenzionalmente a dicembre 2014 più di 1400 campioni dietro pagamento. Inoltre è emersa anche la presenza di un secondo laboratorio nascosto, di pari funzionalità di quello ufficiale, che probabilmente serviva a coprire le tracce del doping.

Anche il ministro dello sport russo Vitaly Mutko viene tirato in ballo, descritto come una parte attiva del sistema. Risulta infatti che abbia richiesto esplicitamente ai laboratori la distruzione di determinati campioni. Il ministro però continua a smentire e ha rilanciato dichiarando che potrebbe tagliare i fondi all’anti-doping.


La WADA ha proposto anche la squalifica a vita di un dottore, quattro allenatori (tra cui il rinomato responsabile della marcia Viktor Chegin) e cinque atlete: Ekaterina Poistogova (Bronzo negli 800m a Londra 2012), Anastasiya Bazdyreva, Mariya Savinova- Farnosova (Oro negli 800m a Londra 2012), Kristina Ugarova e Tatjana Myazina, tutte mezzofondiste di alto profilo. Per altri 4 atleti invece sono richiesti approfondimenti: Anna Alminova, Svetlana Cherkasova, Aleksey Farsonov (marito della Savinova) e Yekaterina Kupina.

A riassunto del documento da più di 300 pagine c’è anche un capitolo “Conclusioni“, alla fine del quale staglia una frase secca e dura: “La WADA suggerisce di sospendere la Federazione Russa di Atletica e interdirla dalle competizioni internazionali fino a situazione risolta“.

Pronta è arrivata la risposta del neo numero uno della IAAF Sebastian Coe che, alla luce dei fatti emersi, ha dato compito al Consiglio IAAF di prendere in considerazione sanzioni in questa direzione, tornando sui suoi passi dopo aver dichiarato che secondo lui escludere una nazione non sarebbe stata una soluzione. Coe aspetta una risposta dalla Russia entro venerdì, e spera che la Federazione decida di auto-sospendersi dopo aver preso atto del report.

Foto Reuters

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