ROAD TO PORTLAND 2016: I record del mondo Indoor di velocità e ostacoli

maurice greeneIl Mondo delle competizioni Indoor rappresentano un lato più oscuro al grande pubblico, il quale non conosce sottigliezze e sfumature di una fase della stagione delicata quanto entusiasmante.

Un palazzetto, centinaia di luci, il continuo vociare del pubblico, uno speaker incalzante e migliaia di occhi che scrutano: la forza dello spettacolo che può offrire una gara al coperto.

Molti spesso giudicano il fatto di preparare le rassegne in sala come un ripiego, nella consapevolezza che ai Mondiali Outdoor o i Giochi Olimpici le medaglie non arriveranno, eppure le migliori prestazioni della storia in sala appartengono a quegli stessi atleti che hanno apposto il loro nome nel pantheon dell’Atletica Leggera; andiamo a scoprire i grandi nomi ripercorrendone le immortali gesta.

Quale gara esplica meglio la stagione indoor se non i 60m? Prova per atleti nervosi, dalla partenza fulminea e dal considerevole diametro delle cosce.

Pensare che i 60m furono nel programma di due Olimpiadi: Parigi 1900 e St. Louis 1904, entrambi vinte col tempo di 7”0 manuale.

In 100 anni ne è stata fatta parecchia di strada e di decimi di secondo, al punto che ai giorni odierni, per entrare nella Top 25 All Time c’è bisogno di 6”48 per gli uomini e 7”04 per le donne; ma chi c’è a guardare tutti dall’alto?

Prima le signore. A svettare nel gentil sesso c’è il nome di Irina Privalova ed il suo 6”92 (Madrid, 1993), tempo che capeggia la lista delle sole 7 donne ad aver corso sotto i 7 secondi, lista chiusa dal 6”99 di Murielle Ahoure.

Per gli uomini troviamo sua maestà dello scatto poderoso Maurice Greene, il quale per ben due volte riuscì a fermare il cronometro a 6”39: 3 febbraio 1998 a Madrid e 3 marzo 2001 ad Atlanta. Impressionante la spinta che Greene riuscì a generare all’uscita dei blocchi. Il mitico sprinter è tutt’ora l’unico ad aver corso sotto i 6”40.


 

Per i ”topi di biblioteca” amanti delle statistiche più sconosciute, vi possiamo dire anche che esistono i record dei 50 e 55 m indoor, i quali portano i nomi di Donovan Bailey (ex primatista dei 100m ) e Obadele Thompson. Bailey riuscì a correre i 50m in 5”56 mentre Thompson i 55m in 5”99. Per le donne i 50m ed i 55m se li spartiscono Irina Privalova e Evelyn Ashford, rispettivamente con 5”96 e 6”54.

La Privalova detiene, come se non bastasse, anche il primato dei 300 indoor, con 35”45, gara che trova invece la sua controparte maschile in Wallace Spearmon ed il suo 31”88.

E chi si ricorda invece degli improvvisati 100m indoor corsi da Usain Bolt il 24 agosto 2014?

Visto che il meteo non prometteva buoni auspici, gli organizzatori del meeting di Varsavia decisero di chiudere il tetto dello stadio, facendone quinti una gara indoor estiva. Bolt divenne quindi il primo a correre i 100m indoor sotto i 10”, con 9”98; un altra bandierina a favore della Jamaica.

 

 

Anche nei 200m indoor c’è solo un uomo ad aver abbattuto una barriera. Quest’uomo risponde al nome di Frankie Fredericks, il fortissimo esponente della Namibia, il quale riuscì, il 18 febbraio 1996 a correre l’anello di 200m in 19”92, tempo mai più riavvicinato, ma attenzione alla stella nascente americana Trayvon Bromell,  il quale nel marzo scorso fermò il cronometro a 20”19. Frederiks è ricordato come l’uomo d’argento, dato che ha collezionato ben 4 argenti olimpici in due edizioni, sempre nei 100m e 200m; nei 200m in particolare, si trovò sempre davanti il soldatino di piombo Michael Johnson, c’era poco da fare.

Irina Privalova, con 6”92 nei 60m non riuscì mai a scendere sotto 22 nei 200m indoor, fermandosi a 22”10, lasciando spazio a Merlene Ottey, la quale nello stesso luogo del record di Fredericks (ma 3 anni prima) divenne la prima e finora unica donna a fermare il cronometro sotto i 22 secondi: 21”87. Pur avendo spadroneggiato in ogni competizione iridata, la Ottey non è mai riuscita a prendersi un alloro olimpico, facendo bottino di tre argenti e ben sei bronzi, continuando però a gareggiare e divertirsi fino a 51 anni, riuscendo ancora a correre in 11”77.

 


Sui 400m la gara inizia a farsi lunga e sanguigna, non tanto per la fatica ma per la formula di gara: il rientro alla corda dopo 150 metri ha visto cadute e scontri d’ogni genere, e anche se sei la persona più forte del Mondo, se rimani dietro al rientro la salita si fa ardua.

Il record del doppio giro indoor tra gli uomini è stato detenuto per 10 anni da Michael Johnson, quando un pimpante Kerron Clement appena ventenne portò in fondo una gara che ebbe dell’incredibile, fissando il WR a 44”57, 6 centesimi appena sotto al tempo che nel 1995 aveva corso Johnson; a pensare che il primato outdoor di Clement è appena un decimo più basso. Cosa potrebbe fare il neo-campione del mondo Wayde Van Nyekerk sui 400 in sala dopo lo stratosferico 43”48 di Pechino? Speriamo di vederlo a Portland.

E’ invece vetusto il primato femminile, ancora detenuto da Jarmila Kratochvilova, mattatrice degli anni ’80 insieme a Marita Koch. La Kratochvilova corse in 49”59 il 7 marzo del 1982, proprio a casa nostra, in Italia e più precisamente a Milano.

Per chi avesse invece voglia di correre altri 100m, vi comunichiamo che per entrare nel libro dei record dovete correre i 500m in 1’00”17 se siete uomini o 1’06”31 se siete donne e scalzare così, a seconda dei casi, Ken Lowery o Jearl Miles Clark.





Passiamo alle barriere ed ai 60hs, altra gara dai grandi connotati nervosi. Sul trono maschile troviamo un suddito di sua Maestà Elisabetta II: Colin Jackson.

Jackson è stato uno dei più grandi interpreti degli ostacoli di sempre, ed il 6 marzo, salvo inconvenienti, il suo primato di 7”30 compirà 22 anni. Ci provò Dayron Robles, nel 2008, a portare a Cuba il record insieme a quello dei 110hs, ma il cronometro si fermò 3 centesimi rispetto a Jackson.

Chi invece nel 2008 stabilì il WR fu Susanna Kallur dalla Svezia, figlia di quella generazione svedese dei primi anni ’80 di cui fanno parte anche Carolina Kluft e Christian Olsson. La Kallur, precisamente il 10 febbraio 2008, corse in 7”68, un solo centesimo sotto la russa Ludmila Engquist.

Ma perchè fermarsi alle barriere in rettilineo quando qualche ostacolo può essere posizionato anche sull’anello?

Per chi non lo sapesse, esiste anche il record del mondo dei 400m Hs uomini, primato stabilito dal bi-campione olimpico e grande esponente della Repubblica Dominicana Felix Sanchez.

Gara altamente atipica, Sanchez è riuscito a correre la strana prova in 48”78. Vedere per credere.

Chiudiamo questa carrellata di uomini e donne razzo sotto le luci di un palazzetto con la 4x400m, gara bellissima in ogni circostanza. Gli Stati Uniti hanno stabilito l’ultimo primato proprio ai precedenti Mondiali di Sopot 2014, correndo in 3’02”13, sempre con uomini considerati ”seconde scelte”, porteranno la squadra titolare quest’anno?

Record femminile affidato invece alle mani della Russia, con 3’23”37 datato 2006 e continuamente avvicinato dalle formazioni a stelle e strisce ma senza successo.

 

Foto: Getty Images

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