Dalla seconda parte del report rilasciato dalla WADA sono emersi tutti i particolari delle estorsioni da parte dell’ex Presidente Lamine Diack, insieme a due figli e a altri funzionari IAAF, verso la Federazione Russa e le due atlete Liliya Shobukhova e Asli Cakir Alptekin, atlete russe e turche.
Entrambe le atlete sono state contattate dai membri dell’associazione creata da Lamine Diack con la promessa di eliminare il loro nome dalla lista degli atleti sospetti stilata dalla IAAF nel 2011.
Liliya Shobukhova ha ceduto subito al ricatto pagando inizialmente 150.000 euro e poi altri 300.ooo euro ma la sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra insospettisce il team dell’anti doping IAAF che nel giro di due anni riesce a farla squalificare inizialmente per due anni e poi per tre grazie a un ricorso. Non essendo riusciti ad eliminare i sospetti sulla maratoneta, i figli di Diack sono costretti a restituirle parte del denaro sottratto, precisamente 300.000 euro.
Storia diversa per la Alptekin che inizialmente non vuole cedere al ricatto, ma poi decide di accettare e paga 35.000 euro come acconto rispetto ai 100.000-250.000 euro che le erano stati chiesti, prima per eliminarla dalla lista e poi per salvarle la medaglia d’oro dei 1500m di Londra 2012, dato che la sua situazione era troppo conosciuta per passare inosservata.
Nonostante i vari tentativi non riescono ad insabbiare il caso e la mezzofondista turca riceve 8 anni di squalifica che le comportano la perdita dell’oro olimpico.
Foto Gareth Cattermole/Getty Images