La notizia che la Russia non potrà partecipare alle Olimpiadi a causa del suo fallimentare sistema antidoping non vuole andare giù a molti atleti russi. Dopo le proteste della primatista del mondo di salto con l’asta Yelena Isenbayeva adesso è il turno del martellista Sergej Litvinov, quinto classificato agli ultimi Campionati Mondiali, il quale, impugnate carta e penna, ha deciso di scrivere una lettera aperta al Presidente della IAAF Sebastian Coe.
Il lanciatore esordisce concordando con Coe sul disastroso sistema russo: ”La Russia ha un problema e molti atleti non si rendono conto della misura di tale problema”. Ma poi sottolinea: “sono anche arrabbiato, perché ho dedicato la maggior parte della mia vita al lancio del martello e l’ho fatto in modo pulito.”
La sua tristezza è per chi, come lui, compete in modo onesto e nel rispetto degli avversari, venendo comunque punito. Ma nemmeno questo è spunto di polemica; la richiesta è semplicemente quella di tracciare una strada che lo riporti sulle pedane: “Voglio sapere come posso competere di nuovo.”
Fa presenti le pressioni che ha subito per l’utilizzo di sostanze dopanti; “Nonostante la pressione immensa per infrangere le regole, ho deciso di sacrificare i risultati e ora vengo punito per questo”. “Prendere la decisione di competere in modo pulito non è stato facile. Essa ha fatto sì che le persone si chiedessero perché non ho vinto più medaglie. Significa che sono stato visto come un fallimento in confronto al record del mondo di mio padre.” “Tuttavia si tratta di una decisione che è giusta. Ed è una decisione che posso fare con la coscienza pulita.”
La recente dichiarazione del Presidente del CIO Thomas Bach secondo cui gli atleti russi puliti e in grado di dimostrarlo tramite test di sicura affidabilità potranno partecipare a Rio, non ha comunque chiarito il percorso che gli atleti devono seguire per la riabilitazione alle gare. Litvinov porta elementi a suo favore come la permanenza in Germania, dove si è allenato per molto tempo e si è regolarmente sottoposto ai test antidoping. I cinque anni nello IAAF Registered Testing Poolin in cui è stato testato con regolarità. Ha sempre gareggiato al di fuori della Russia e quindi si è sempre esposto ai normali controlli anche al di fuori del suo paese, con esiti negativi.
Importante l’osservazione conclusiva. Se non venisse chiarita la strada che devono intraprendere gli atleti, singolarmente, essi diventeranno dipendenti dalla propria federazione nazionale, che come dice Litvinov “non mi rende ottimista”. L’ultima opzione, quella di lasciare la Russia per tornare a gareggiare a livello internazionale sembra comunque non spaventarlo e si dichiara disponibile anche a questa scelta, purché sia fatta chiarezza sui passi che deve fare per il rientro. “Questo sport è la mia vita e mi batterò per competere di nuovo.”
Foto Ian Walton/Getty Images