E’ un tipo di argomento che in Italia sicuramente non fa scalpore, né notizia, né porta a ripercussioni particolari, ma a quanto oltre manica la questione degli stipendi della classe dirigente ha un’importanza mediatica ed etica molto più alta che nel nostro paese.
L’atletica britannica è rimasta indignata quando ha saputo che il proprio direttore esecutivo Niels de Vos ha avuto un aumento di stipendio con un bonus di 93.000 £ , portandolo da 164.326 £ a 254.994 £.
De Niels non ha rilasciato comunicati o smentite ma altri lo hanno fatto per lui ma contro; come l’ex eptathleta e bronzo olimpico 2004 Kelly Sotherton, la quale ha definito il tutto “uno scherzo”, aggiungendosi ai molti “incredibile” e “irreale” , mentre ad alzare più la voce è stato Bill Laws, presidente della Association of British Athletics Club , il qale ha dichiarato come sia inammissibile una cosa del genere in un Paese in cui molti dei praticanti ed allenatori di atletica lo fanno gratis e per passione, mentre questo atto finanziario manca del tutto di tatto.
I rappresentanti di UK Athletics smentiscono però che il bonus sia un fulmine a ciel sereno ma una clausola contrattuale presente sin dall’unione di De Vos all’organizzazione del 2007; UK Athletics ha anche dichiarato che lo stipendio del dirigente verrà diminuito gradualmente nei prossimi 12 mesi; essi sottolineano inoltre che UKA è un organismo commerciale il cui finanziamento è diviso grosso modo equamente tra denaro commerciale e finanziamenti pubblici , e lo stipendio di De Vos è pagato dal bilancio commerciale.
Sulla questione è intervenuta anche il ministro dello sport britannico Helen Grant, la quale ha richiesto a UKA una visione dei conti più trasparente soprattutto per quanto riguarda la parte di finanziamento pubblico.
De Vos ha però anche una grande fascia di sostenitori, soprattutto per il lavoro svolto per quanto riguarda la sponsorizzazione dei meeting, del circuiti di Diamond League, degli accordi con Aviva e Sainsbury, nonchè il cambio di sponsor tecnico da Adidas a Nike, lasciando così l’atletica britannica in una fase sana e attiva.
Queste mosse di mercato non hanno però intenerito la maggior parte dei tecnici, che si sentono parte lesa in tutto ciò, accusando il fatto che il lavoro è stato fatto per i meeting e per una gestione molto globale, senza però recare aiuti direttamente alle società di atletica, che comunque devono continuare ad andare avanti con molte difficoltà.
“Nel corso degli anni ho messo l’ipoteca sulla casa tre volte per finanziare i miei atleti” dice così John Powell, allenatore del campione dell’ex iridato di salto triplo Philips Idowu e James Ellington, olimpionico dei 200 a Londra; “con 93.ooo £ potrei finanziare i viaggi e tutta la preparazione invernale e estiva dei miei atleti per almeno un decennio”.
Powell, che ha ricevuto l’ MBE l’anno scorso per i servizi resi all’ atletica , ed è uno dei tanti allenatori che sono stati rimasti frustrati dalla politica economica di UKA. “E’ stato un calcio nei denti. I dirigenti sono coloro che dovrebbero controllare da cima a fondo, ma che poi si stupirebbero se, sparita gente come me, sparissero anche gli atleti. Gli atleti d’elite e competitivi non appaiono dal nulla, servono sudore, sacrificio e lacrime” ha poi continuato Powell, ” riconosco il buon lavoro di De Vos, ma perchè gran parte della fetta deve andare a lui e a noi niente di niente? ”
Questo è un caso scoppiato in Gran Bretagna, Paese in cui ci sono stati casi di ministri che hanno dato le proprie dimissioni per aver speso 150 £ in più del budget a loro deputato, ma dovrebbe far riflettere, soprattutto l’Italia, una nazione dove questo tipo di “transazioni economiche” ormai quasi non fa più notizia.