Ancora un caso di doping nel cielo azzurro della prestazione atletica del mezzofondo italiano.
Non voglio citare nomi e sostanze, perché quello che mi interessa è solo elevarmi dai singoli fatti e fare un punto della situazione, come successe subito dopo Molfetta a Settembre, dopo i campionati italiani di 10 chilometri su strada. Anche allora il mondo dell’atletica fu scosso da una notizia di doping. Ora di nuovo.
Questa volta il palcoscenico sono i Campionati Italiani Indoor di Ancona. La gara è il 3000 indoor. Il nostro protagonista vince al termine di una voltata. L’ennesima. Aveva conquistato il titolo anche il giorno prima : sui 1500 metri ed era pronto a consultare il suo nome nell’elenco dei convocati per il mondiale indoor a Sopot in Polonia. Aveva sfiorato anche il record italiano poche settimane prima. 7’48”. Non si vedeva da mesi. Nessuno poteva immaginare.
Ricompare.
E in meno di un mese avrebbe dovuto: battere il record italiano, vincere due titoli italiani e magari arrivare sul podio ai mondiali? Il copione è sempre lo stesso. Prestazioni incredibili. Poi la notizia del doping. Il tuaminoeptano non è sostanza direttamente dopante, ma è nella lista delle sostanze proibite perché può risultare un coprente di altri agenti dopanti.
Riscriveremo di nuovo le classiche dei 1500 metri e del 3000 metri dei campionati italiani indoor di Ancona, ma quelle sono emozioni e anche se redigiamo 1000 volte una classifica, riceviamo una medaglia ex-post, tagliare il traguardo, lavorare tutti i santi giorni per esso, cambiare la propria vita, le proprie abitudini, i propri pensieri, i propri sogni per raggiungere un obiettivo, è un tesoro inestimabile che non può essere risarcito da nessuna medaglia consegnata il giorno dopo, senza entusiasmo, senza emozione.
Questo crea il doping. La privazione di emozioni. La gioia infinita di tagliare un traguardo da vincitore che nessuna squalifica risarcirà mai a pieno, soprattutto in uno sport in cui la gloria la fa da padrone.
Nelle foto: Devis Licciardi ed Abdellah Haidane, entrambi coinvolti in casi di doping negli ultimi mesi (Michele Fortunato/atletipercaso.net)
Rendono veramente tristi queste notizie! L’unica cosa che li accomuna è il fatto di aver mentito prima di tutto a loro stessi!
giustissimo questo cimmento molto toccante, ma in base alle ultime notizie, a parte l’atleta e la specificità o meno del prodotto che può snche dare una squalifica di sei mesi, quello che è importsnte e serio è la giusta convocszione del CT Fidal e dell’allenatore alla Procura antidoping Coni ( e ci sarebbe anche quella ordinaria a mio avviso interssata) perchè le dichiarazioni dell’allenatore e il comunicato Fidal sono in antitesi e contrari uno all’altro dunque chi e come si voleva coprire questo reato ( in base alla legge italian del 2003). Questo a mio avviso è più grave dell’atto fatto dall’atleta