Sette mesi di squalifica, questa la pena richiesta dalla Procura Antidoping per Abdellah Haidane. L’atleta di origini marocchine tesserato per il Cus Pro Patria Milano, era risultato positivo al Tuaminoeptano durante i controlli del 23 Febbraio 2014, in occasione dei campionati italiani indoor, in tale rassegna Haidane aveva vinto sia i 1500m sia i 3000m.
Dopo la dichiarazione della sua positività Haidane, aveva ammesso di aver assunto un farmaco per il raffreddore che conteneva la sostanza proibita; aveva inoltre affermato di aver assunto il farmaco sotto il consiglio del farmacista e di non aver controllato se il Tuaminoeptano fosse inserito nelle sostanze proibite dalla WADA.
L’Ufficio Procura Antidoping ha comunicato in giornata di aver disposto il deferimento dell’atleta alla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per la violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA.
Tale articolo recita: Ciascun atleta deve accertarsi personalmente di non assumere alcuna sostanza vietata. […] Di conseguenza non è necessario dimostrare l’intento, la colpa, la negligenza o l’utilizzo consapevole da parte dell’atleta per accertare una violazione delle norme antidoping.
I sette mesi richiesti sarebbero in ogni caso retroattivi, quindi partirebbero dalla data del controllo, ad Haidane resterebbero quindi ancora 5 mesi circa da scontare. Svanirebbe quindi qualsiasi possibilità di partecipazione agli Europei di Zurigo. Se la richiesta della procura venisse accettata l’atleta di Giorgio Rondelli potrà tornare alle competizioni a fine Settembre, in tempo per preparare la stagione indoor 2015.
Foto Michele Fortunato/atletipercaso.net