E’ andata in scena a Boston la maratona più antica del mondo, giunta alla 118° edizione. Un po’ penalizzata dalla mancanza di nomi altisonanti, che si sono espressi nelle settimane precedenti in altri grandi contesti, tuttavia “recupera” 9000 partenti in più dell’anno scorso facendo dimenticare il brutto episodio dell’attentato di 2 anni fa nei pressi dell’arrivo della manifestazione.
C’è il ritorno di Ryan Hall, un bianco capace di scendere sotto le 2h05” ed è subito a guidare il gruppo in partenza facendo pensare ad un’operazione di marketing di stampo americano, visto che la sua connazionale Shalane Flanagan, sta facendo altrettanto nella gara femminile, che già ha già raggiunto la mezza maratona in 1h09”27 e dietro di lei ha dei nomi importanti come Sharon Cherop, Rita Jeptoo e Mare Dibaba oltre che un’altro gruppetto di rappresentanti africane sempre molto agguerrite e leggere nell’azione di corsa.
Mentre la gara femminile si sviluppa con una classica fase di studio, in attesa dell’attacco delle keniane la cui differenza di elasticità rispetto alla generosa americana è davvero imbarazzante, nella gara maschile sembra una gara ciclistica. La “heartbreak hill” fa subito fuori Ryan Hall che non entrerà neanche tra i primi 10, e il coraggioso americano Meb Keflezighi se ne va via dal gruppo con il connazionale Josphat Boit lanciando una volata lunghissima.
Non si capisce cosa aspettino Wilson Chebet, Dennis Kimetto, Frankline Chepkwony e gli altri africani che non lo seguono, consentendogli di prendere il largo e accumulare un vantaggio che andando avanti diventa sempre più incolmabile. Sembra proprio una fuga di stampo ciclistico e quando dietro si riorganizzano il caldo diventa fastidioso e rende ancor più difficile la rimonta.
Kimetto guida il gruppo degli inseguitori che poi viene tirato da Chepkwony che con Chebet stanno per raggiungere un Keflezighi in crisi, ma l’americano si riprende sul finale e porta a completamento la fuga vincendo in 2h08”37. Gli inseguitori gli arrivano rispettivamente a 11 e 9 secondi rendendo questo finale molto avvincente, mentre 4° è l’ucraino Vitaliy Shafar staccato in 2h09”38.
Dopo 30 anni torna a vincere un americano alla maratona di Boston, fu Greg Mayer a chiudere nel 1983 con 2h09”00 e da allora lo strapotere africano si impossessò di quasi tutte le vittorie delle edizioni seguenti. Una delle poche eccezioni, fu quel 2h08”19 di Gelindo Bordin del 1990, che il veneto ha voluto celebrare, correndo nuovamente e arrivando al traguardo il 4h10”37.
Intanto la gara femminile è stata vinta da Rita Jeptoo, che con una facilità stupefacente, corre il 5000 dal 35° chilometro al 40° in 15’44” e correndo gli ultimi 2195 metri in 6’49” e dunque alla media di 3’06” al chilometro concludendo in un “marziano” 2h18”57. Dietro Buzunesh Deba 2h19”59, poi Mare Dibaba 2h20”35. La Flanagan che aveva dichiarato di voler fare gara di testa fino a quando fosse stato possibile, chiude in 2h22”02 portando a casa uno split altamente negativo nella seconda parte di gara.
Con Boston va in archivio un’altra Major marathon dopo Londra, con la prossima che si correrà a Dusseldorf.
Che emozione per Gli americani, finalmente torna a vincere uno di casa!
Eh si, e quando mai gli ricapita? la domanda sai qual’è? Perchè quelli dietro gli hanno fatto prendere un così ampio vantaggio ? Che fosse studiata a tavolino?
che emozione! *-*