NEWS: Sebastian Coe sprona la IAAF a investigare ancora sul caso Gay

sebastiancoeCome abbiamo precedentemente trattato in un altro articolo, la commissione antidoping degli Stati Uniti ha ridotto la pena a Tyson Gay per uso di doping, infrazione che gli è costata l’argento olimpico. Dopo la lunga trafila giudiziaria, Gay si è messo totalmente a disposizione delle autorità, fino a restituire tutti i premi ottenuti nei circuiti Diamond League dal Luglio 2013. Questa azione martirizzante ha scosso la commissione antidoping, la quale ha posto retroattivamente la pena di un anno, facendola partire dal giugno 2013, rendendo così Tyson Gay libero di gareggiare dal 23/6/2014. Questo svolgimento non è però andato giù alla IAAF e specialmente a Sebastian Coe, (vice presidente della federazione mondiale ed ex campione di mezzofondo capace di stabilire dodici record del mondo), il quale ritiene fin troppo leggera la pena per il velocista.

Coe, che nel 2012 era a capo dell’organizzazione delle Olimpiadi di Londa, si è definito stupefatto per la clemenza dimostrata dalla USADA, e vorrebbe che la IAAF facesse pressione per evidenziare meglio i punti di “sostanziale collaborazione”, che secondo le autorità americane Gay avrebbe dimostrato. L’ Usada ha detto che Gay sarà idoneo a correre di nuovo dal 23 giugno per essersi reso disponibile ad interviste  da parte della commissione e fornendo tutti i prodotti che stava usando al momento del suo test positivo. Coe ha commentato la faccenda in modo molto politicamente corretto, definendo “preferibile” che un atleta dichiari di fare uso di sostanze illecite prima di essere scoperto in flagrante. “Non si tratta solo di atleti che hanno provato doping che al momento del test positivo iniziano ad aiutare le agenzie, sarebbe preferibile l’aiuto di tutti gli atleti prima dei test antidoping, è questo aspetto che serve a salvaguardare l’atleta e l’atletica pulita” ha dichiarato Sebastian Coe, come per velare con stile inglese un più pragmatico “troppo facile così! ”   Foto: Sebastian Coe alla cerimonia di chiusura di Londra 2012 ( Jeff J Mitchell/Getty Images Europe)

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