La sesta tappa della Diamond League è andata in scena a New York, si è tornati quindi oltreoceano per l’Adidas Grand Prix che vedeva come gara clou il salto in alto maschile con la rinnovata sfida tra Bondarenko e Barshim. Di certo lo spettacolo non è mancato.
Come di consueto la giornata si è aperta con il lancio del disco: a New York è toccato agli uomini scendere in gabbia e come da pronostico il più bravo è stato Robert Harting che con un lancio da 68,24m, ha messo facilmente nel sacco tutti gli avversari.
Le prime donne a presentarsi all’Icahn Stadium sono state le donne del salto triplo, tra le quali a balzare più lontana è stata la jamaicana Kimberly Williams che grazie ad un 14,31m ventoso ha avuto ragione della russa Anna Pyatykh non andata oltre i 14,19m.
Dopo Harting arriva il raddoppio tedesco, con la vittoria di Linda Stahl nel lancio del giavellotto che la consacra al vertice della disciplina nella stagione. L’atleta teutonica infatti grazie ad una spallata da 67,32m sigla la WL e il primato personale.
Torna in pedana anche nel salto in lungo Cristian Taylor ma il risultato è sempre lo stesso: secondo con 8,06m battuto dal meno quotato Jeff Henderson che al quarto salto vola fino al primato personale di 8,33m, misura che gli vale anche il record del meeting.
Si comincia a carburare nell’asta donne, ogni gara qualche atleta migliora la World Leading e questa volta è il turno della brasiliana Fabiana Murer. La campionessa mondiale di Daegu è l’unica a valicare l’asticella a quota 4,80m issandosi così al vertice stagionale della specialità.
Pe la gara dei 400hs in pista c’era la crema della specialità, quasi tutti i migliori atleti si sono dati battaglia ma il più svelto tra le barriere è stato Javier Culson: il portoricano ha chiuso la gara con un ottimo 48″03, miglior prestazione mondiale stagionale.
Nella gara dei 3000m donne c’era attesa per l’italiana Margherita Magnani che dopo il grande tempo fatto segnare alle indoor (8’51’’81) provava a migliorarsi anche outdoor. La finanziera riesce nell’intento di abbassare il primato all’aperto chiudendo in 8’57’’42, tempo però migliorabile visto il primato indoor della azzurra. Davanti al comando sin da subito c’è Mercy Cherono che non ha problemi a sbarazzarsi delle avversarie vincendo in 8’39’’84.
L’altro italiano in gara a New York era Marco Fassinotti che si ferma a 2,25m nella gara più bella della serata. Era nell’aria in fatti un duello stellare tra Barshim e Bondarenko, e così è stato. Come a Roma sono loro due a volare senza grossi problema oltre i 2,40m: entrambi saltano al primo tentativo 2,42m, poi Barshim sbaglia il primo tentativo a 2,44m ed entrambi gli atleti decidono di provare a sfidare Sotomayor, ponendo l’asticella a 2,46m. Nessuno dei due però riesce nell’impresa e il record del mondo non crolla, almeno per il momento. La vittoria va a Bondarenko per aver fatto meno errori ma entrambi portano a casa i record continentali di Europa (eguagliato) e Asia.
Mentre i saltatori volavano in alto, nel giro della morte Lashawn Merrit si confermava il più forte vincendo in scioltezza, portando a termine i 400m in 44″19. Alle sue spalle il sorprendente sudafricano Wayde Van Niekerek arrivava secondo in 44″38 siglando il nuovo record nazionale.
Campo ridotto nei 3000 siepi femminili ma la più forte è sempre lei: Sofia Assefa, l’etipoe vince in scioltezza in 9’18’’58.
Raggiunge la cifra tonda il numero di vittorie consecutive di Valerie Adams, giungendo a 50. La neozelandese vince anche negli Stati Uniti e lo fa scagliando il peso a 19,68m, stranamente sotto i 20m.
Torna negli USA la svedese Abeba Aregawi per rifarsi della sconfitta al Prefontaine Classic e stavolta centra il bersaglio. L’atleta di origini etiopi vince grazie alla sua solita volata battendo, anche se di misura, Dawit Seyaum. Le due chiudono spalla a spalla in 4’00’’13 e 4’00’’66.
Perde ancora al photo-finish Dawn Harper. Dopo la gara di Roma, persa sul filo di lana da Brianna Rollins, tra le barriere si districa ancora bene l’americana ma questa volta è Queen Harrison a superarla sul traguardo per solo un centesimo (12″62 contro 12″63).
Nella gara dei 200m maschili scende in pista una palla di cannone: il jamaicano Warren Weir vola sul mezzo giro di pista in un 19″82 che gli vale la nuova WL e la certezza di avere una forma stratosferica.
E mentre un jamaicano bruciava la pista nei 200m, altri due dominavano i 100m ma senza lasciare grandi impressioni. Nesta Carter con un discreto 10″09 si è imposto sul favorito Yohan Blake (10.21) che è apparso un po’spento.
Torna in pista David Rudisha e dopo aver ripreso contatto con il tartan arrivando settimo ad Eugene riesce a tagliare per primo il traguardo. Gli avversari non sono quelli del Prefontaine Classic e per il primatista mondiale il compito è più facile: il keniano chiude in 1’44’’63, tempo che dovrà migliorare per tornare competitivo ai massimi livelli.
Il 2014 è ufficialmente la stagione di Tori Bowie, la timida statunitense vince ancora i 100m in 11″07 e confermandosi al top della specialità.
Dopo un tour de force niente male la Diamond League si prende una breve pausa, i grandi atleti del più grande circuito di meeting del mondo torneranno in pista a Losanna (Svizzera) il 3 Luglio pronti a regalare ancora tanto spettacolo.
Nelle foto: L’arrivo dei 100m, Bohdan Bondarenko e Queen Harrison (Victah Sailer/Photorun.net)
Finalmente il ritorno di rudisha e blake! Il record del mondo dell’alto é destinato a cadere!
Non scherza il jamaicano sui 200m !!! Bene bene, ne vedremo delle belle 😀