Non si ferma la macchina dell’antidoping, in questo momento come pochi altri nella storia, impegnata a combattere dopo lo scandalo Russo. A salire in cattedra è stato questa volta Dick Pound, fondatore ed ex presidente della WADA, l’Associazione Mondiale Antidoping, il quale ha dichiarato al Mail On Sunday, di aver chiesto formalmente l’apertura di un’inchiesta su 65 dei famosi 225 della lista IAAF, i quali sarebbero accusati di aver testato l’EPO.
Sembra che i nomi, in base ai loro profili, siano stati catalogati in base alla gravità: arancione e rosso. I 65 atleti più importanti sono stati bollati come “sospetti rossi“. Tra questi, si nasconde la fantomatica star britannica, il cui nome non è ancora stato rivelato, ma che rischia seri controlli sul suo operato, anche post 2008, ( la lista riguarda il periodo 2006 – 2008 ). L’atleta in questione non ha voluto commentare l’accaduto, inoltre, le prove in mano degli inquirenti non stabilirebbero per certo se lui/lei stesse prendendo sostanze dopanti al momento dei controlli, ma che, incrociate con i campioni congelati, offrirebbero un quadro più completo della situazione.
Dal canto suo, la IAAF per ora non ha contestato l’autenticità del materiale fornito dalla rete tedesca ARD, che per prima ha messo in piazza le informazioni, ma ha messo un punto fermo sul fatto che non possano dimostrare niente, prendendo anche in considerazione che ben tre campioni olimpici si trovano sulla lista, ai quali andrebbe tolto l’alloro.
Uno dei fattori che mette ombra sull’operato della IAAF riguardo alla EPO, sono gli appunti di fianco ad ogni nome, ovvero i vari parametri ematici. Uno che spicca particolarmente è il livello di emoglobina nel sangue, dove lo standard accettato dall’antidoping è 125, mentre tutti rivelano quantità ben più alte, fino a 167 per gli uomini e 170 per le donne, che per la WADA significa “doping conclamato“. Ancora però la Federazione Mondiale scuote la testa affermando che nessuno è stato coperto.
Mr Pound stabilirà i termini di riferimento per l’inchiesta WADA prima di decidere se accettare l’invito a condurla.
Ha dichiarato: ” La WADA ha una responsabilità di monitoraggio generale per quanto riguarda gli standard internazionali e per quanto riguarda il codice anti-doping. Questa è una richiesta specifica che ha portato ad unavasta pubblicazione di materiali che sembrano piuttosto gravi. Penso che i nostri interlocutori, il CIO, le federazioni internazionali e le autorità pubbliche si aspettano da noi qualcosa di immediato, ed è quello che faremo.”
A commentare la brutta settimana dell’Atletica c’è stato anche Sebastian Coe , che ha definito lo scandalo quasi alla pari di quello sollevato da Ben Johnson e Marion J0nes. Staremo a vedere.
Nella foto: Dick Pound ( AFP/Getty Images)