Uno dei più grandi atleti di tutti i tempi Kenenisa Bekele è approdato alla corte dell’allenatore italiano Renato Canova. Il sodalizio sembrerebbe intendersi limitato alla sola maratona di Dubai, in programma per il 23 Gennaio 2015 a cui mancano ad oggi circa 32 giorni. L’appuntamento è ravvicinato per permettere a mister Canova, di incidere realmente sulle prestazioni del campione etiope che ha deciso di esordire la scorsa primavera sulla distanza facendo registrare l’ottimo tempo di 2h05”03.
I meno esperti sulle prime, sono rimasti delusi dal fatto che un atleta capace di 26’17” sui 10.000 metri, potesse correre sopra il record del mondo, ma alcuni avevano già pronosticato che il passaggio sulla distanza di maratona non sarebbe stato facile neanche per il pluricampione Olimpico e Mondiale, nascondendo delle insidie e un tempo di adattamento e di familiarità con la specialità necessario per ottenere il massimo fisiologico dalle immense possibilità dell’atleta. Lo dimostra anche la storia di un valido mezzofondista come Paul Tergat, che inizialmente ebbe difficoltà, ma poi aggiustato il tiro riuscì a centrare il record del mondo.
Dopo aver vinto tutto e aver abbattuto vari record su 5000 e 10.000 metri, nel 2010 Bekele esce di scena per un anno che il suo manager definisce “sabbatico”, per poi tornare nella feconda Bruxelles correndo 26’43” nel 2011. Esordisce nel 2012 con un 27’02” sui 10.000, uno squillante 12’55” sulla distanza dei 5000 in pista, condito da un 7’40” sui 3000 e si avvia verso un 2013 un po’ avaro di progressi cronometrici: “solo” 27’12” a Eugene in Maggio e 13’07” sui 5000 a Ostrava in Giugno.
E’ chiaro che alla soglia dei 31 anni è costretto a prendere una decisione chiara: Bekele punterà alla corsa lunga. Esordisce quindi nella maratona di Parigi dove vince facile, ma il passo, la tecnica, la meccanica di corsa è quella di sempre: potente, in spinta e senza perdere un’appoggio, bellissimo da vedere ma forse un po’ dispendioso per un impegno così lungo.
Ipotizzando queste considerazioni, Bekele ha deciso di affiancarsi a colui che ha trasformato una pattuglia di atleti keniani in maratoneti vincitori e strutturati, incanalando le loro potenzialità e studiando le loro caratteristiche a fondo. Dai primi successi nel 1999 come tecnico di Christopher Koskei, portato a vincere a Siviglia i Campionati del Mondo nel 2002 dopo annate deludenti, è riuscito a proporre una innovativa metodologia di allenamento che hanno vertiginosamente innalzato il numero di successi dei suoi atleti, portando l’italiano ad essere riconosciuto come uno dei più grandi esperti in materia.
Kenenisa sembra essersi affiancato a Canova per avere una scossa in primis di natura mentale e di gestione della gara e forse in un secondo tempo, anche strettamente metodologica, perchè per la maratona di Dubai, cambiare tutto sarebbe rischioso e siamo sicuri che l’emiro che lo ha ingaggiato per correre forte, non sia disposto a tollerare prestazioni inferiori all’eccellenza assoluta.
Rimane da vedere come il sodalizio si concretizzerà, perchè Canova è sicuramente un allenatore espertissimo, ma un talento dalle potenzialità di Bekele, pone all’italiano una nuova sfida pionieristica. Canova ha detto sempre che il muro delle 2h in maratona, per adesso non è avvicinabile, c’è bisogno di ancora di un lungo periodo di preparazione. Che quel periodo fosse arrivato con il re del mezzofondo Kenenisa Bekele?
Foto Standard Chartered Dubai Marathon