La trasferta italiana alle World Relays 2015 si è purtroppo conclusa nei peggiori dei modi, andando a premere ancora più il dito nella piaga. Il quartetto azzurro femminile della 4×100, come gli uomini il giorno prima, sono affiancati dalle americane, primatiste del Mondo della specialità. La partenza di Giulia Riva è di quelle giuste, con un’ottima conduzione sulla curva fino al cambio con Gloria Hooper che tiene ed arriva nei pressi di Irene Siragusa. L’intesa tra Hooper e Siragusa però non viene trovata ed il cambio, come tutta la staffetta, salta, lasciando Audrey Alloh ad attendere un testimone che non arriverà, facendo inoltre spazio all’amaro in bocca per questa triste trasferta italiana.
Si rinnova quindi sulla staffetta più veloce la sfida USA – Giamaica tutta al femminile, dove questa volta però è l’isola caraibica a condurre per prima il testimone oltre il traguardo con la formazione Facey – Stewart – Calvert -Campbell Brown col crono di 42″14, 18 centesimi di secondo prima delle americane, sulla carta più accreditate per la l’importanza dei nomi presenti: Bartoletta – Felix – Duncan – Jeter; proprio Carmelita Jeter cede al passo di Veronica Campbell Brown. La staffetta 4×100 femminile degli Stati Uniti si deve accontentare dell’argento, così come la 4×200 uomini, in cui riesce a sventolare ancora la bandiera Giamaicana, senza però la presenza di Usain Bolt. Ashmeade, Dwyer, Livermore e Weir approfittano del testimone caduto agli USA per involarsi sul traguardo per primi col tempo di 1’20″97, davanti alla Francia di Christophe Lemaitre. La Giamaica riesce a vincere nonostante un terzo cambio effettuato da fermi, stesso punto in cui il testimone USA prende il volo.
A parte queste due piccole falle nel sistema, gli Stati Uniti, come uno schiacciasassi, continuano imperterriti a mietere medaglie d’oro, anche se i Bahamensi ci hanno provato fino alla fine nella 4×400 uomini, dove Chris Brown ha tentato in tutti i modi di riprendere terreno su LaShawn Merritt, che però, grazie anche alle frazioni precedenti di David Vergburg, Tony McQuay ed un redivivo Jeremy Wariner, è riuscito a tenere la testa e chiudere in 2’58″43, lasciando poco dietro le Bahamas a 2’58″91. Grande riscontro cronometrico anche per la 4×400 belga targata “famiglia Borlèe” la quale chiude col nuovo record nazionale di 2’59″33, bronzo dell’evento.
Altra gara, altra formazione USA, altro oro ovviamente. Sanya Richard Ross, piazzata in terza frazione della 4×400, fa letteralmente il vuoto dietro di sé, imponendosi sul resto delle avversarie senza troppi complimenti con un giro lanciato di 48″79, lasciando infine a Francena McCorory il facile compito di far giungere il testimone all’arrivo. Risultato finale: Francis – Hastings – Richard Ross – McCorory 3’19″39.
Per non essere da meno delle colleghe del giorno prima, anche gli uomini stelle e strisce della Distance Medley ,Merber – Spratling – Johnson – Blankenship, siglano il record del Mondo di 9’15″50 davanti ad un Kenya apparso non così brillante in questa manifestazione, forse solo per il fatto che siamo ad inizio stagione.
A chiudere il cerchio ci pensa infine la 4×800 donne, dove Price, Vessey, Beckwith Ludlow e Johnson Montano sbaragliano la concorrenza con una staffetta conclusa in 8’00″62, sancendo definitivamente anche la vittoria degli Stati Uniti del Golden Baton, ovvero il Testimone d’oro, per la somma dei punteggi in base ai podi conquistati, come le nostre finali del Campionato di Società.
Onore agli Stati Uniti e leggera strigliata ai Giamaicani in vista di Pechino…Ma l’Italia? La strada si prospetta ancora molto lunga e tortuosa, ed il lavoro da fare per prepararsi ai prossimi appuntamenti internazionali si profila lungo ed impegnativa; speriamo che questa esperienza, seppur negativa, serva soltanto a migliorare per far risollevare il prestigio delle staffette azzurre dalle sue ceneri come l’araba fenice.
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