Gli organizzatori del Meeting di Gavardo, giunto al suo decennale, avevano promesso fuoco e fiamme, grazie soprattutto alla presenza del campione del Mondo e d’Europa in carica dei 60 m indoor Richard Kilty. Lo spettacolo, come era atteso, non è venuto a mancare, anzi è andato oltre ogni più rosea previsione.
A riscaldare atmosfera e pubblico c’è stato l’antipasto fornito dal giavellotto maschile, con un Roberto Bertolini alla ricerca della grande misura. La sua spallata migliore è venuta dal secondo turno, col giavellotto che vola con la giusta parabola e si va a conficcare a 75,29.
Sotto le tribune, anche le ragazze del lungo iniziavano a prendere i passi di rincorsa. Tra loro c’era anche Tania Vincenzino, la quale ha vinto la gara con netta supremazia e solo due salti, il più lungo di ben 6,58 e la stagione è ancora lunga.
Passiamo quindi alla gara su cui tutti puntavano: i 100 m uomini. Come nelle grandi manifestazioni si fanno batterie e finali, da selezione naturale Darwiniana. Richard Kilty passa agevolmente senza nemmeno pensarci troppo con 10″20, ma il primo miracolo della giornata giunge dalla sesta batteria: Filippo Tortu spinge fino in fondo, taglia il traguardo ed i numeri rossi appaiono sul tabellone con un inequivocabile 10″34, che significa MPI allievi dei 100m superando finalmente il 10″49 di Giovanni Grazioli. Ma non è finita certo qui.
In finale, il portabandiera britannico Kilty parte come un missile e corre composto da vero professionista. Poco prima del traguardo dà un occhio al cronometro che fa segnare 10″09, ovvero il nuovo PB dell’iridato indoor, il quale non ha lesinato a darsi alla gioia insieme agli organizzatori che hanno visto ripagarsi il grande impegno nel portare avanti questa grande manifestazione. Kilty, da gran signore, si è poi concesso ad autografi e foto senza lesinare sugli ” Of course” a chi chiedeva. Come avevamo detto poco sopra: non è finita qui. Filippo Tortu ci riprova e va dietro a Kilty, riuscendo a limare ancora il suo non ancora raffreddato MPI, abbassandolo ulteriormente di 1 centesimo, 10″33. Questo crono, oltre ad avere l’importanza nazionale, è anche il terzo all-time europeo della categoria. Adesso non possiamo che aspettare e vedere se anche il 20″99 di Andrew Howe sui 200 m sarà silurato dal giovane portacolori della Riccardi Milani.
Richard Kilty non è stato l’unico inglese a prendersi la gloria. Coloro che hanno calcato il campo di riscaldamento di Gavardo avranno sicuramente notato un ragazzone alto quasi due metri e con una leggerezza di corsa sopraffina, stiamo parlando di Matthew Husdonsmith, classe ’94 e accreditato sui 400 m con 44″75, praticamente imprendibile. Posto in ultima batteria del giro della morte, il britannico non ha fatto sconti a nessuno, andando subito davanti con un passo che nessuno degli altri contendenti riusciva a tenere, giungendo sul traguardo praticamente da solo ed in scioltezza con 45″79. Dietro Hudsonsmith, un arrembante Francesco Cappellin non ha mollato, fermando il suo crono a 47″37.
Aveva fatto vedere mirabilie agli assoluti indoor di Padova ed agli Europei di Praga, dimostrando una tenacia come pochi. Ieri Joao Neves Bussotti Junior si è ripetuto alla grande sui 1500 m. Bussotti ha interpretato magistralmente una gara veloce ma anche tattica, mettendosi al passo della lepre rimanendo però tra la terze e quarta posizione, guardato a vista Yemaneberhan Crippa, Mor Seck ed Enrico Riccobon. All’ultimo giro, archiviata la lepre, Bussotti è partito in quinta senza troppi complimenti, costringendo il resto del gruppo allo strappo di ritmo. L’unico a tenere il passo del livornese è Mor Seck che però non colma del tutto il distacco arrivando ad appena un centesimo dietro a Bussotti, il quale firma di gran classe il nuovo personale sulla distanza con 3’40″75.
E’ giovane, ma la classe è quella delle grandi interpreti. Marta Zenoni non si lascia intimorire da nessuno pur essendo solo classe ’99. I suoi 800 m e la sua velocità sono disarmanti per tutte le altre contendenti, che non possono far altro che vederla piombare sul traguardo in 2’05″63, che vuol dire terza prestazione all-time della categoria, e siamo solo al primo anno della gavetta.
Regala qualche primavera a Marta Zenoni ma la voglia di correre è di una giovincella quella di Silvia Weissterner, che si impone di gran carriera sui 5000 m, vittoria costruita con saggezza e chiusa col crono di 15’36″66.
100 m donne, che come quelli degli uomini hanno parlato straniero, Bulgaro in questo caso. Inna Evtimova, accreditata con 11″20, passa agevolmente la batteria in 11″58 e si ripete migliorandosi in finale con 11″48, davanti alla diretta concorrente per la vittoria, l’iberica Estela Garcia, seconda in 11″63. Terza con gran soddisfazione è stata Anna Bongiorni, che sembra davvero aver ritrovato la marcia e la serenità giusta per correre veloce: 11″68 il suo tempo, che vuol dire aver pareggiato il suo PB al centesimo.
Chiudiamo purtroppo con la nota stonata della giornata. Marcell Lamont Jacobs, risparmiatosi il lungo alla prima fase nei C.d.S. , ieri avrebbe potuto attaccare la misura di 8,03 che l’aveva incoronato campione italiano indoor ma anche fermato con una lesione. Dopo due salti, la gara a Gavardo di Jacobs si è purtroppo interrotta con un ennesimo problema al bicipite femorale sinistro. Auguriamo al forte poliziotto di rimettersi presto e calcare le pedane al meglio di sé. Gara di salto in lungo maschile che, con l’uscita di scena di Jacobs, ha avuto come protagonista il carabiniere Camillo Kaborè, che fa ben 7,58, 7 cm sopra il secondo classificato, lo junior Andrea Aldeghi (7,51).
Nella foto: La partenza della finale A dei 100m (Alessandro Alquati)