DOPING: Gli atleti si dividono, chi pro chi contro Alberto Salazar

galenruppIl caso Salazar si sta ormai espandendo come una chiazza d’olio nel mondo dell’atletica coinvolgendo sempre più persone chi a favore chi contro rispetto a Salazar.

Ultimamente sono state raccolte alcune testimonianze di atleti che hanno o hanno avuto a che fare con il coach responsabile del Nike Oregon Progect (NOP); abbiamo già visto quella inerente al mezzofondista di fama mondiale Mo Farah, adesso vi riportiamo le altre venute alla luce fino ad ora.


L’Americana Shannon Rowbury e la Canadese Cam Levins sostengono Salazar contro ogni accusa di doping mossa contro di lui, ma forse una delle dichiarazioni che hanno più peso deriva proprio da un compagno di allenamento di Farah, anche lui sotto le ali di coach Salazar. L’atleta in questione è Galen Rupp (medaglia d’argento nei 10.000 m) al quale sono state mosse pesanti accuse.

Un’indagine della BBC Panorama in collaborazione con la ProPublica ha sostenuto la teoria secondo la quale all’età di 16 anni, a Rupp (oggi ventinovenne) sono stati somministrati testosteroni e steroidi anabolizzanti banditi dal 2002; ovviamente sia Salazar che Rupp negano ogni accusa mossa.

Fra gli atleti “difensori” di Salazar spicca la dichiarazione pubblica della mezzofondista Rowbury: “Alberto è stato un grande allenatore per me, non ho mai visto fare nulla di illecito nè Dai nè Ai miei compagni di allenamento.

Non ho mai ingannato col Doping, piuttosto preferirei smettere di fare sport“.


Tuttavia un ex atleta del progetto NOP a cui prese parte dal 2007-2009, Josh Rohatinsky, ha mosso la più pesante delle accuse sostenendo che proprio il suo ex compagno di allenamento, Galen Rupp, negli anni tra il 2006-2012 ha avuto un miglioramento “altamente sospetto” dicendo anche che durante gli allenamenti spesso c’era come un muro tra Rupp e Salazar ed il resto del gruppo.

La maratoneta Canadese intervenuta a favore di Salazar è la medagliata (bronzo) agli scorsi Giochi del Commonwealth nella gara dei 10.000 m “Sono stata solo per due anni a contatto col gruppo di Salazar, e mi sembra che le accuse mosse risalgono a prima di quei due anni. In ogni caso non c’è nulla che io abbia mai visto alla quale posso attribuire queste accuse.” afferma Cam Levins.

Insomma, il mondo in questo momento è “spaccato in due” fra atleti che sostengono Coach Salazar e quelli più scettici al riguardo. Ulteriore caso a favore del Coach responsabile del NOP c’è il fatto che nessuno dei suoi atleti ha mai fallito un test anti-doping.

 

Foto: Thomas Boyd/The Oregonian

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