EUGENE: Trials USA stellari con Gatlin, Gay, Bartoletta e Nelvis

justingatlinLa Giamaica è andata veloce ma non fa paura alle stelle degli Stati Uniti, che tra venerdì è sabato hanno fatto vedere splendori di una classe infinita, pronta a farsi largo verso i mondiali di Pechino, anche dopo tutte le vicende degli ultimi tempi targate ”doping”.

Dopo la sparata in 9”84 di Asafa Powell a Kingston, Tyson Gay ha risposto sulla pista di Eugene, vincendo la finale, orfana di Justin Gatlin, in 9”87, davanti al sempre più costante sotto i 10 secondi Trayvon Bromell (9”96). Questi due giorni a Eugene sono stati particolarmente ventosi, e pensate che nelle semifinali avevano fatto segnare addirittura tempi sotto i 9”80: Bromell 9”76 con +3.7 m/s e Gay 9”79 con +3.0 m/s.


Impressionano alla grande anche le donne dei 100 m forti di una finale da  sei atlete sotto gli 11 secondi, con capofila Tori Bowie, vincitrice del trial con 10”81 (vento regolare). Dal secondo posto in poi si sono viste English Gardner (10”86), Jasmine Todd (10”92), Jeneba Tarmoh (10”93), Tianna Bartoletta (10”94) e Jenna Prandini (10”96). Grande lustro alla Bowie, ma un appunto doveroso è da fare verso English Gardner, che in qualificazione ha appaiato in vetta alle classifiche mondiali stagionali Shally Ann Fraser con 10”79.

Sempre da questa finale dobbiamo pescare un nome importante: Tianna Bartoletta.

Non contenta della bella prestazione dei 100 m si è cimentata anche nel lungo, andando a finire proprio lassù, al world leading, grazie al suo poderoso 7,12. Niente da fare per le inseguitrici, una su tutte Brittney Reese (6,97), che quest’anno ha trovato troppo pane per i suoi denti.

Continuiamo con la carrellata di questa donne talentuose, andando a nominare una che non si è imposta solo nelle liste stagionali ma ha trovato anche il suo posto nella hall of fame della specialità: Shericka Nelvis.


L’ostacolista a stelle e strisce si è imposta sulla terza semifinale col crono di 12”34, settima prestazione di sempre dei 100hs, in una serie eliminatoria che ha visto la pista bruciare sotto le barriere, dove oltre alla Nelvis, Keni Harrison e Jasmin Stowers hanno vinto le loro semifinali in  12”46 e 12”47. A sopresa in finale è invece uscita di esperienza Dawn Harper Nelson che con una spallata finale ferma il cronometro a 12”55.

Sui 110hs uomini sarà uno scontro a due tra un redivivo Aries Merritt e David Oliver, entrambi entrati nella fase finale con il tempo di 13”28.

Finali interessanti anche quelle dei 400m. Tra gli uomini David Verberg ha fatto segnare il miglior crono delle batterie con 44”41, ma bisogna stare attenti al veterano, LaShawn Merritt, passato con  44”78; non ce la fa Jeremy Wariner, sempre più lontano dai suoi fasti (45”90). Quando si parte dai blocchi per il titolo, Vergburg non cede al timore reverenziale verso Merritt ed ingaggia un testa a testa risoltosi a suo favore in una frazione di secondo, vincendo con 44”63 all’ultimo tuffo.

Il giro della morte femminile ha subito invece un colpo di scena, con l’eliminazione di Sanya Richards Ross, solo quinta in batteria; il posto d’onore della fase eliminatoria è quindi stato preso da Francena McCorory col suo 49”95 ma in finale è tornata di gran carriera Allyson Felix che correndo leggera e in scioltezza si è involata verso il traguardo lasciando dietro la McCorory e finendo in 50”19.

Justin Gatlin non ha preso parte ai 100 m, misura che quest’anno ha già corso molte volte ribadendo il suo valore, concentrandosi solo sui 200 m, gara in cui Gatlin quest’anno vanta la WL con 19”68. La fase eliminatoria è iniziata alla grande, con un 19”96 corso con una estrema tranquillità, pronta a dissiparsi in finale. Dietro Gatlin, anche Isiah Young ha corso sotto i 20 secondi, proprio il tanto che basta: 19”99.


Torniamo alle barriere, più precisamente quelle dei 400hs, gara in cui ieri Bershawn Jackson ha strappato di giustizia il titolo ponendosi davanti a Johnny Dutch grazie ad una impressionante rimonta sul rettilineo finale, dimostrazione di una grinta da vero campione.

Lancia un guanto di sfida a Barshim, Bondarenko e Co. Eric Kynard, che ieri a Eugene ha trovato lo spunto giusto nel salto in alto, scalando la montagna fino a 2,37 e piazzandosi tra i migliori al Mondo del 2015, così come Trey Hardee nel Decathlon, che fa le veci di Eaton con l’importante risultato di 8725 punti; Eaton avrà una bella gatta da pelare.

Non ci resta che attendere tutti i risultati dell’ultima giornata di gara che si svolgerà oggi e vedere se il battaglione stella e strisce finirà in bellezza, puntando il dito verso lo stadio olimpico di Pechino.

 

Foto: Streeter Lecka/Getty Images Europe

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