La prestazione ottenuta da Usain Bolt sui 100 metri agli Anniversary Games a Londra ha fatto riaccendere le speranze dei tantissimi tifosi del velocista giamaicano, che speravano fortemente in un suo ritorno ad alti livelli.
A dire il vero, per quanto riguarda la tappa della Diamond League che si è svolta nella capitale inglese, dovremmo parlare di prestazioni, in quanto il campione caraibico ha affrontato sia le batterie che la finale, entrambe chiuse con il crono di 9″87, sebbene sia apparso maggiormente sciolto nella corsa durante il primo turno.
Dopo i non eccellenti risultati di inizio anno, molti temevano che Bolt avrebbe fatto fatica a tornare suoi tempi che lo avevano reso l’uomo più veloce al mondo, specie dopo il 10″12 fatto segnare ad Aprile in Brasile.
La vera notizia, però, sta nelle affermazioni fatte dopo la gara da Sebastian Coe, candidato alla presidenza della IAAF: l’ex mezzofondista del Regno Unito, infatti, durante un’intervista alla BBC ha asserito che Usain Bolt è un personaggio di cui il mondo dell’atletica ha bisogno per sfidare figure come Justin Gatlin e Tyson Gay, di certo non positive per l’immagine dello sport, nella speranza che il fulmine giamaicano possa primeggiare anche (e soprattutto) ai Campionati Mondiali in programma a Pechino il prossimo mese.
Coe ha rivelato che Glen Mills, allenatore del sei volte campione olimpico, era felice per la performance a Londra di Bolt, il quale ha detto che avrebbe voluto correre più veloce di 9″87 in finale agli Anniversary Games, ma una brutta partenza in finale lo ha costretto a non andare oltre il tempo fatto nelle batterie.
Nonostante ciò, Bolt si dice soddisfatto: “Mi sentivo bene. Il mio allenatore è stato soddisfatto, ho corso bene gli ultimi 50 metri”, ha detto il campione del mondo in carica.
“In finale, però, ho avuto una pessima partenza ma so che avrei potuto andare più veloce se avessi fatto la partenza che volevo. La batteria è andata bene, la finale un po’ meno”.
Coe, dunque, si schiera dalla parte del campionissimo della velocità, figura chiave di cui l’atletica e lo sport in generale necessitano per contrastare personaggi ai quali ancora gli appassionati non hanno perdonato le squalifiche per doping che hanno macchiato inevitabilmente la loro immagine, sia come sportivi ma soprattutto come uomini.