L’Isla de Cuba e la sua federazione di Atletica Leggera non ha avuto un piacevole risveglio, sportivamente parlando. Orlando Ortega, attuale capolista stagionale dei 110Hs con 12”94, ha scelto di abbandonare la patria caraibica per prendere la nuova cittadinanza a favore della Spagna, nazione in cui vive da due anni.
La Spagna e Valencia sono diventate il rifugio del forte ostacolista fin dal 2013, quando affrontò un duro dibattito con la federazione Cubana, a cui attribuì la colpa per la figuraccia dei mondiali, causata, secondo l’atleta, per uno stop di due mesi imposto per aver gareggiato senza autorizzazione al meeting di Torino. Questo smacco ha allontanato Ortega dalla sua federazione natale, prediligendo la nazione iberica ed i meeting internazionali, come sta dimostrando con gran baldanza.
Quest’anno la più grande soddisfazione che l’ostacolista potrà prendersi sarà la vittoria della Diamond League, non di più, infatti le porte di Pechino 2015 resteranno chiuse per Ortega, il quale potrà vestire la maglia spagnola dopo tre anni dall’ultima volta che ha rappresentato Cuba.
Niente Rio2016 per Ortega? Le regole sono in bilico per l’ostacolista, il quale ha vestito per l’ultima volta i colori cubani il 18 agosto 2013, e le Olimpiadi sono programmate dal 5 al 21 agosto 2016. Intanto Ortega ha già predisposto i suoi avvocati per partecipare ai Mondiali Indoor di Portland.
Questa storia è molto simile a quella di Dayron Robles, che nel 2013 si allontanò dalla federazione Cubana, cercando una via per gareggiare con i colori di Monaco.
Per non farsi mancare nulla, Cuba ha subito una ulteriore perdita, anche se limata per così dire: anche Javier Sotomayor ha preso il passaporto spagnolo, ottenendo così la doppia cittadinanza.
Quindi, dopo la famosa storia dei cinque pallavolisti dell’Isla che scapparono dal ritiro in Belgio per arrivare in Italia nel 2001, passando per i recenti giochi Panamericani dove ben venti atleti cubani hanno cambiato colori, forse è il caso che le massime autorità cubane si mettano una mano sulla coscienza e cambiare in positivo per evitare ulteriori mancanza ad un paese dalle grandi tradizioni atletiche e sportive.
Foto: Alexander Hassenstein/Getty Images Europe