Era il 6 maggio del 1954, in una umida e fresca giornata britannica, quando un leggendario tassello di storia della corsa fu scritta.
Sulla terra battuta del Iffley Road di Oxford davanti a tutti nel Miglio c’erano la lepri Christopher Chataway e Chris Brasher, intenti a far girare le gambe come un orologio per mantenere il ritmo alla perfezioni e poi spianare la strada alla cavalcata finale di Roger Bannister. 58” secondi il primo giro, 1’58”, 3’01” al suono adamantino della campanella; ed ecco che i 3000 spettatori, che insieme allo speaker Norris McWhirter, hanno iniziato a spingere la cavalcata di Bannister contro il cronometro, con tutti gli allenatori che guardavano, dividendo la vista tra la corsa di Bannister e gli orologi.
Infine, tagliato il filo di lana, McWhirter attese prima di declamare il tempo finale, fino a quando, con voce ferma ed orgogliosa esclamò:
“Ladies and gentlemen, here is the result of event nine, the one mile: first, number forty one, R. G. Bannister, Amateur Athletic Association and formerly of Exeter and Merton Colleges, Oxford, with a time which is a new meeting and track record, and which—subject to ratification—will be a new English Native, British National, All-Comers, European, British Empire and World Record. The time was three…“
McWhirter non riuscì a finire: alla parola “three” tutta Oxford andò ad osannare Roger Bannister, il quale aveva appena corso il Miglio in 3’59”4, primo crono sotto la barriera dei 4′.
Sono passati 61 anni da quel giorno, e Sir Roger Bannister, dopo una illustre carriera sportiva e professionale nel campo della neurologia, ha deciso di separarsi dalle fide compagne che lo accompagnarono nell’ascesa ai 3′ sul miglio: le scarpe di quel giorno.
Affidate alla rinomata casa d’aste Christie’s e valutate dalle 30.000 alle 50.000 sterline, le offerte sono subito schizzate alle stelle, fino alla definitiva somma di 266.500 sterline, sborsata da un compratore anonimo via telefono.
Bannister, che devolverà parte del ricavato alla Autonomic Charitable Trust (ACT) che incoraggia il settore della ricerca neurologica, ha inoltre ricordato il criterio di scelta della scarpa: “Ho potuto vedere che c’era un vantaggio nell’avere la scarpa più leggera possibile. La pelle era già estremamente sottile anche i chiodi lo erano ma non abbastanza, quindi li affilai ulteriormente con una mola la mattina della gara. “
Le scarpe sono state vendute insieme ad una lettera di accompagnamento da Sir Roger Bannister e una testimonianza, sempre su lettera, scritta da Thomas Eustace a Sir Roger prima della gara che denota ”la leggerezza” delle scarpe fatte dai produttori GT Law and Son.
Nella celebrazione di quelle calzature che aiutarono la grande impresa, vogliamo chiudere questo articolo col video di quella gara, pezzo di storia che accomuna tutta l’Atletica Leggera.
Foto: Lauren Hurley / PA