Informazioni inesatte e diffamazione. Questa la bolla emessa da un tribunale moscovita, che proprio ieri, ha deciso di multare l’emittente tedesca ARD, a causa del suo triste e celeberrimo documentario sul ”doping di stato Russo”, evento che ha dato il LA per tutto il bailamme successivo, squalifiche comprese.
Il film, presentato nel dicembre dello scorso anno, ha causato un vero e proprio furore internazionale e ha portato, come ultimo atto, alla sospensione della Russia da competizioni internazionali, innescando la crisi più profonda dello sport russo dai tempi del boicottaggio del 1980.
Gran parte delle informazioni carpite, ai tempi, dai documentaristi della ARD, vennero dall’atleta Yulia Stepanova e dal marito Vitaly, i quali ”confessarono” l’uso del doping a livello sistematico in tutta la Russia.
Il caso aperto dalla corte di Mosca ha più una valenza simbolica che prettamente legale, prendendo di petto il fatto che la rete ARD ha colpito l’onore e l’integrità dello sport russo; anche se, dopo mesi di scavi nei meandri del sistema, sembra che la rete ARD avesse ragione, aiutando anche il resto del Mondo a scoprire il misfatto per correre ai ripari.
Il tribunale ha emesso una multa del valore di 3000 rubli russi (39 euro) per Hajo Seppelt (produttore del documentario), Yulia Stepanova ed il marito Vitaly. Somma alquanto irrisoria, anche se per la Russia ha più un valore simbolico che puramente finanziario.
Valentin Balakhnichev, l’ex presidente della VFLA (Russian Athletics Federation) ha dichiarato che questa decisione del tribunale aiuterà gli atleti russi a lasciarsi il passato alle spalle e riprendere la via dell’attività.
La via della restaurazione etica per la Russia avrà bisogno di qualcosa di più oltre che 117 euro di risarcimento morale.
Klage gegen #ARD stattgegeben: Moskauer Gericht beginnt Prozess wegen Rufschädigung https://t.co/edZZUYsZcOpic.twitter.com/XvBKHglRi3
— Sputnik Deutschland (@de_sputnik) 16 Dicembre 2015
Foto: Bocman1973 / Shutterstock.com