DOPING: “Il consiglio IAAF non poteva non sapere dei ricatti”, la seconda parte del report WADA

Dick Pound Wada Report87 pagine. E’ questo il contenuto della seconda parte delle indagini della WADA sullo scandalo doping che ha interessato la IAAF e che sono state divulgate giovedì in una conferenza stampa a Ginevra; 87 pagine in cui vengono analizzate tutte le prove ottenute fino ad ora e in cui si cerca di fare chiarezza su quello che sta scuotendo il mondo dell’atletica da qualche mese.

L’ex Presidente della IAAF, Lamine Diack, negli anni della sua presidenza dal 1999 al 2015, è riuscito a creare un’associazione che operava al di fuori della Federazione Mondiale e che si occupava di insabbiare i casi di doping in cambio di denaro dalle Federazioni degli atleti coinvolti e dagli atleti stessi. Facevano parte di questa associazione i figli di Diack Papa Masata Diack e Khalil Diack e l’avvocato Habib Cissé. I tre hanno coinvolto nei loro affari anche il dottor Gabriel Dollé, l’ex direttore del laboratorio anti doping, corrompendolo con dei pagamenti.


Come già sappiamo la Federazione Russa ha pagato 1.5 Milioni di dollari a Lamine Diack per coprire i propri atleti dopati prima dei Campionati del Mondo di Mosca 2013. Questo è potuto avvenire grazie a Valentin Balakhnichev che al tempo era Presidente dell’ARAF e tesoriere della IAAF; in questo modo si è potuto stabilire un legame extra federazione che ha facilitato gli scambi di denaro.

Oltre alle estorsioni un altro dubbio sorge quando si guarda ai diritti televisivi dei Mondiali di Mosca; inizialmente il valore dei diritti ammontava a 6 milioni di dollari ma poi è salito a 25 milioni grazie ad una banca russa. Di questo hanno discusso in un incontro Masada Diack, Cissé, Balakhnichev e un consulente della televisione russa. Al momento ci sono delle indagini in corso per controllare che non sia avvenuto niente di illecito nell’accordo tra Diack e la banca russa che ha fatto innalzare il valore dei diritti.


Cissé dal 2011 era stato affidato da Diack al controllo dei Passaporti Biologici degli atleti e grazie a questo ruolo ogni due mesi riusciva a farsi mandare dallo staff dell’anti doping, capitanato da Dollé, una lista con i nomi degli atleti russi sospetti, in modo da poter organizzare le estorsioni.

Anche la russa Liliya Shobukhova e la turca Asli Cakir Alptekin sono state vittime di ricatto.


La WADA crede che gli alti dirigenti fossero a conoscenza di quello che stava succedendo tra Diack e i russi ma non ne hanno parlato e non hanno fatto niente per fermare la cosa. Molti all’interno della Federazione non erano favorevoli alle azioni compiute da Diack e sono stati corrotti per non parlare. Nonostante questo credono che Sebastian Coe, l’attuale presidente, possa essere la persona giusta per riformare una Federazione che sta cadendo a pezzi. Non credono che debba dimettersi ma che debba andare avanti con il proprio operato essendo stato eletto legalmente.

La IAAF non verrà comunque considerata non idonea dalla WADA, la speranza è che scoperto il vaso di Pandora si riesca finalmente a regolare questa Federazione e a rendere l’atletica uno sport pulito.

QUI IL RAPPORTO COMPLETO E QUI IL RIASSUNTO DELLA WADA

Foto Fabrice Coffrini/AFP

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