L’Atletica Leggera ha sempre ispirato nell’immaginario collettivo una sensazione di forza, orgoglio e grande spirito, contro le avversità ed anche destini a volte avversi. Tutto ciò ha spesso, come lo sport tutto, fatto nascere interesse nei produttori cinematografici, aiutando non poco la visibilità e la mitizzazione dell’Atletica come esempio di stile di vita e di tenacia nell’affrontarla.
L‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences è pronta a consegnare per l’ottantottesima volta le sue celeberrime statuine dorate, e quindi, quale miglior momento per celebrare, con un excursus temporale, quell’Atletica mostrata sugli schermi che ha fatto sognare addetti ai lavori e non, nella speranza di giungere un giorno ai fasti dei grandi.
Il primo grande esponente dell’Atletica al cinema fu, senza ombra di dubbio, ”Momenti di Gloria” (Chariots of fire”), pellicola del 1981 tratta dalla vera vicenda degli universitari di Cambridge, i quali si allenarono per gareggiare alle Olimpiadi del 1924 di Parigi.
La vicenda narra le gesta di Eric Liddell (47”6 sui 400m) e Harold Maurice Abrahams (10”6 sui 100m, 7,38m nel Lungo). I temi fondamentali toccano questioni come la religione e l’amicizia: Liddell è cristiano devoto, mentre Abrahams è erede di una ricca famiglia ebraica e corre come forma di riscatto, aiutato dagli amici più fidati, che nonostante il suo credo, lo spronano ad andare avanti.
Il film ricevette sette nomination agli Oscar e ne vinse quattro, tra cui, forse il più importante, Oscar come miglior film, oltre ad un Golden Globe e tre BAFTA.
Memorabile la colonna sonora di Vangelis, diventata un simbolo di determinazione per tutti.
Sei anni dopo invece, uscì un film lontano dalle luci e dalle atmosfere Hollywoodiane, andandosi a collocare in un paesino in provincia di Reggio Calabria, dove un ragazzino sognava solo il passo del corridore.
”Ragazzo di Calabria” del 1987, diretto da Luigi Comencini, racconta la storia di Mimì, ragazzo povero e soggiogato dal padre, il quale, aiutato dalla madre e dallo pseudo allenatore Felice (Gian Maria Volontè), riuscirà ad imporsi ai Giochi della Gioventù. Per caso o per fato, proprio nel 1987, il ”ragazzo di Calabria”, Francesco Panetta, vinse l’oro ai Mondiali di Roma nei 3000 siepi.
Andando avanti di una decade, negli Stati Uniti hanno voluto rendere omaggio in ben due film a Steve Prefontaine, con le pellicole ”Prefontaine” (1997) e ”Without Limits” (1998). Entrambi il film giocano sui rapporti di Prefontaine con il Mondo atletico che lo circonda, specialmente il suo allenatore Bill Bowerman. Prefontaine viene descritto come persona dal carattere forte e deciso, difficile da domare o cambiare. I film non ebbero una gran risonanza, a parte per una candidatura ai Golden Globe per Donald Sutherland (interpretando Bowerman di Without Limits), mentre chi vincerà l’Oscar sarà Jared Leto nel 2014, il quale interpretò il ”Baffetto dell’Oregon” nella stesura del 1997.
Arriviamo ai tempi recenti ed alla roboante storia di ”Unbroken”. Film dai contenuti tragici e strazianti, si racconta la vita di Louis Zamperini, ragazzo italo-americano sbandato e dai dubbi principi, il quale, sotto la spinta del fratello, riuscirà a farsi spazio attraverso l’Atletica USA, guadagnandosi il soprannome di “The Torrance Tornado” e partecipando alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove giunse ottavo e stabilendo il record di velocità dell’ultimo dei 5000 metri, coperto in 56 secondi. Da quel felice giorno però il tutto cade nella guerra, la disperazione e la prigionia in un campo giapponese. Il vero Zamperini purtroppo morì poco prima dell’uscita del film, alla veneranda età di 97 anni, il 2 luglio 2014.
Unbroken è riuscito a portarsi a casa tre candidature agli Oscar ed un BAFTA, mostrando al Mondo la storia di un uomo coraggioso, al quale nelle vene scorreva lo spirito d’atleta.
Il futuro per l’Atletica Leggera al cinema sembra già scritto: ” Race – Il colore della vittoria” è programmato in uscita nelle sale italiane per il 31 marzo, e tutti gli appassionati sono già scalpitanti per vedere le immortali gesta di Jesse Owens finalmente sul grande schermo. Il trailer sembra convincente e gli attori ben integrati nei ruoli ricoperti, non resta che aspettare di mettersi comodi, bibita e pop corn alla mano.
Riuscirà a soddisfare le estenuanti attese e magari a strappare anche la riconoscenza da parte dell’Academy? Questo lo vedremo nel 2017.