Che l’atletica sia un caposaldo per essere felici è indubitabile, ma sentendo la storia di questo atleta è impossibile non restare impassibili.
George Gyabaah è un ex atleta ghanese che nel 2004 si guadagnò un prestigiosissimo pass per poter correre la maratona alle Olimpiadi di Atene, vinta da Stefano Baldini. Cosa ancora più prestigiosa è che per guadagnarsi quel pass, George corse i 42,195 km in ciabatte. Purtroppo però quell’anno, per motivi finanziari, la federazione ghanese decise di portare in grecia solo lo schieramento dei velocisti, lasciando George in Ghana.
Purtroppo dal 2009 in poi la sua vita prende una brutta piega. Prima è costretto a smettere di correre e fare il muratore nel suo paese natale. Dopo pochi mesi una tempesta distrugge la sua casa ed è costretto a lasciare la moglie e il neonato figlio in Ghana dalla suocera, per trasferirsi in Nigeria a vendere i gelati. Gli va ancora peggio quando nel 2012 è costretto a lavorare senza essere retribuito in Libia, tenuto sotto ostaggio con le armi. Dopo tre anni riesce finalmente a mettere da parte 800 dollari, tanti quanti il costo di un biglietto per una traversata nel Mediterraneo, che lo avrebbe portato in Italia.
Dopo un giorno trascorso a Palermo, viene trasferito in un paesino della maremma. E qui, finalmente, George ritrova il sorriso. Inizia a frequentare la scuola, e la sua insegnante di italiano, rimasta affascinata dalla sua storia, la racconta immediatamente al padre e al nonno. I due signori lavorano in un mobilificio che sponsorizza il Marathon Club di Grosseto.
George viene messo in contatto con il direttore tecnico della società grossetana Track&Field, che lo tessera immediatamente. George inizierà così una nuova vita, tra allenamento, studio e lavoro, tirocinante in un’azienda agricola, non appena riceverà il permesso di soggiorno.
Così la generosità italiana e maremmana porta a far sì che a George sia regalato un paio di scarpe da corsa. Non deludendo nessuno, né dirigenti della sua nuova società, né i suoi nuovi concittadini che lo vedono correre tutti i giorni, a 27 anni è tornato a gareggiare in quel di Porto Santo Stefano (GR), arrivando terzo correndo i 10 km di gara in 36’17″00.
Due i desideri di George, ora che la vita sembra avergli dato una seconda possibilità: il primo quello di poter riabbracciare suo figlio Michael e di poterlo portare in Italia con la moglie; il secondo di ottenere il passaporto italiano e poter correre una maratona con la maglia azzurra.
Foto Il Tirreno