E’ una scia ammantata d’azzurro quella che in questo momento sta viaggiando lungo tutta la penisola Atletica: l’oro mondiale di Gianmarco Tamberi ci fa prendere un profondo respiro e riesce a farci credere ancora in una Atletica italiana che può salire sui podi che valgono.
Alla luce dell’infinito titolo iridato del finanziere anconetano, andiamo a scoprire quali sono stati i migliori azzurri dei Campionati Mondiali indoor, disciplina per disciplina, uomini e donne, tutti uniti sotto la grande scritta ITALIA.
Proseguiamo con ordine, come le graduatorie che si fanno rispettare, redatte dai migliori statistici della IAAF sin dal 1985.
Nello sprint dei 60m, a Portland non abbiamo potuto ammirare uomini azzurri, evento che invece ci fu, e anche alla grande nel 1987 e nel 1989. Un pimpante Pierfrancesco Pavoni, in quelle due edizioni, si mise al collo due bronzi, correndo in 6”59 nel 1987 e 6”61 nel 1989, in gare dove per vincere serviva almeno un 6”50, ma che importava? L’Italia era sul podio.
Tra le donne, la più veloce e più prestante di sempre rimane Manuela Levorato, la quale nel 2004 uscì nelle semifinali dei 60m col crono di 7”24 a quattro centesimi dal suo primato personale stabilito nel 1999.
La Levorato è ancora e resterà la migliore italiana dei 200m alla rassegna iridata indoor, con 23”53, corso in semifinale nel 2003 , mentre per gli uomini, svetta il quarto posto di Sandro Floris nel 1989 con 21”31, appena due decimi lontano dal podio raggiunto da Kevin Little.
Nel doppio giro della morte, ovvero i 400m indoor, gara di vera e propria sopravvivenza, dove vince chi riesce con astuzia e gran lena a conquistare la corda, il migliore rimane il ”Nubiano di Roma”. Ashraf Saber, nel 1995, raggiunse la semifinale, conclusa in 47”33; Saber detiene ancora il record italiano con 45”99 , unico crono azzurro sotto i 46 secondi. Più fortuna statistica dal lato rosa: 4° posto per Antonella Ratti in 55”35 nel 1985, dietro alla canadese Charmaine Crooks.
Passiamo ai primi sprazzi di mezzofondo con gli 800m, in cui nella serata italiana abbiamo visto una gara di gran carattere dell’americano Boris Berian per il titolo 2016.
Nel 1989 fu medaglia maschile, grazie a Tonino Viali: 1’46”95 e bronzo, in una gara dove Paul Ereng stabilì il primato mondiale con 1’44”84.
Per le donne scorriamo invece avanti, negli anni più recenti, più precisamente al 2008, quando Elisa Cusma completò il suo percorso iridato in sala col sesto posto in 2’03”76.
Una piazza in più invece la ottenne Riccardo Materazzi giunto ai 1.500m di Barcellona 1995 da veterano: quinto con 3’43”56, crono e posizione raggiunta lottando stoicamente. Due anni prima di Materazzi, andava farsi largo la migliore azzurra dei 1500m ai mondiali indoor: Elisa Rea, che con 4’17”44 purtroppo si fermò solo alle batterie di Toronto 1993.
Passiamo ad una gara che all’Italia atletica ha dato grandi soddisfazioni: 3.000m indoor.
In questo evento, i migliori piazzamenti, pensate, sono due primi posti maschili ed un argento femminile.
Storica ed intramontabile la doppietta 1993 – 1995 di Gennaro Di Napoli, il quale raggiunse le due vette rispettivamente con 7’50”26 e 7’50”89, con gare tatticamente perfette sotto ogni punto di vista, facendola anche ad avversari più quotati di lui. Tra le donne invece troviamo l’argento di una vera e propria dominatrice a livello indoor europeo: Agnese Possamai. Atleta classe ’53, la Possamai raggiunse la seconda piazza con tempo di 9’09”66 nel 1985, dopo aver dominato negli anni precedenti, gli Europei indoor, con ben tre ori ed un argento in quattro edizioni.
Sui 60m con barriere, è indiscussa la miglior posizione maschile, ovvero il sesto posto di Emanuele Abate ai mondiali del 2012. Il portacolori delle Fiamme Oro corse in 7”63, tempo che speriamo di vedergli ricorrere presto. Tra le donne il posto di ”migliore ai mondiali indoor sui 60hs” si gioca ad ex equo, tra Micol Catteneo e Marzia Caravelli, entrambe giunte nelle semifinale, la prima nel 2008 e la seconda nel 2012 e 2014.
Passiamo quindi ai concorsi, dopo la carrellata di amanti delle corse brevi e lunge.
Il salto in alto, non ha bisogno di presentazioni; magari potrebbe farle direttamente Gianmarco Tamberi, che ha tenuto svegli tanti italiani, per vederlo issarsi a 2,36m e farsi primo azzurro d’oro ai campionati mondiali indoor. Ogni altro commento è superfluo se non: complimenti Gianmarco!
Al femminile troviamo la piccola ma quanto mai esplosiva Antonietta di Martino, la quale raggiunse l’argento ad Istanbul 2012, dopo un clamoroso faccia a faccia a cinque, risolto ad 1,98m da Chauntè Lowe, la quale lasciò a dividersi l’argento Antonietta di Martino, Anna Chicerova ed Ebba Jungmark ad 1,95m. Che importa, bastava che sul podio ci fosse anche lei, Antonietta.
Nel salto con l’asta, il nostro ultimo grande interprete rimane Giuseppe Gibilisco, il quale arrivò sesto nel 2004 con 5,60m, dopo il delirio outdoor di Parigi 2003, in cui raggiunse il titolo mondiale con 5,90m, una eredità purtroppo ancora non raccolta.
Aspettando che le giovani donne crescano, ricordiamo la finale raggiunta da Carla Bresciani nel 1997, la quale però non riuscì a piazzare una misura valida.
Altra gara che ci ha dato più che una gioia è il salto in lungo: quattro bronzi maschili ed un grande oro femminile.
Sugli scudi per la sua classe e longevità agonistica è senz’altro Giovanni Evangelisti, capace di farsi grande a livello internazionale più volte: 7,88m nel 1985, 8,01m nel 1987 e 7,93m nel 1991; tre stoccate di bronzo per il grande saltatore di Rimini. L’altro bronzo appartiene invece al reatino d’America Andrew Howe, il quale nel 2006 fece il personale di 8,19m, sempre alle spalle di quell’Irving Saladino che gli toglierà la gioia del titolo Iridato outdoor 2007 all’ultima prova valida.
Il salto nell’oro, che molti forse ricorderanno, appartiene a Fiona May, la quale mise tutte in fila saltando 6,86m a Parigi 1997, preludio al grande 7,11m del 1998, con il quale vinse l’argento agli europei outdoor.
Eccoci arrivati ad una tappa particolare: l’ultimo oro vinto prima di Gianmarco Tamberi ai Campionati del Mondo indoor.
Paolo Camossi, in quel ”lontano” 2001, riuscì a saltare più di Jonathan Edwards e farsi Campione mondiale indoor del salto triplo con 17,32m, ultima prestazione azzurra da oro mondiale in sala che dovrà aspettare ben quindici anni per essere ripetuta.
Al femminile invece bisogna tornare ancora più indietro, al 1993, quando Antonella Capriotti giunse quarta con 14,01m , dopo la decima piazza del salto in lungo.
Cambiamo pedana ed andiamo su quella circolare del lancio del peso, dove il miglior azzurro di sempre ai Mondiali in sala rimane saldo Paolo Dal Soglio, per due volte quinto (1993 e 2001) con le misure di 19,74m e 20,17m e adesso allenatore dell’azzurrino Sebastiano Bianchetti che speriamo emuli oppure superi le imprese del valente maestro. Dalla parte rosa invece è proprio una Rosa ad essere la più in alto. Chiara Rosa ha raggiunto il suo apice nel 2008, col quinto posto stampato dal lancio di 18,68m, tutt’ora suo personale in sala.
Torniamo sull’anello in modalità tacco-punta di Marcia, gara che, come i 200m, non figura più nel programma della rassegna iridata indoor.
I migliori rimarranno quindi Maurizio Damilano, Giovanni De Benedictis e Giuliana Salce.
Maurizio Damiliano raggiunse il secondo posto all’esordio della manifestazione nel 1985, coprendo i 5000m in 19’11”41, mentre l’argento di De Benedictis arrivò sei anni dopo, nel 1991, col crono di 18’23”60. Per Giuliana Salce vi fu invece la gloria massima, con la medaglia d’oro indoor sempre nel 1985 come Damilano, ma non sui 5000m bensì sui 3000m. La Salce portò in Italia il titolo grazie al tempo di 12’53”42 .
Chiudiamo infine le statistiche come la rassegna iridata stessa, con le staffette 4x400m.
I più giovani ricorderanno come massima vittoria della 4×400 azzurra maschile quella agli Europei indoor di Torino 2009, eppure, la staffetta sul miglio indoor è stata grande anche a livello mondiale.
Il miglior piazzamento maschile infatti è rappresentato da una stupenda medaglia d’argento, vinta nel 1995 in 3’09”12 da Fabio Grossi, Andrea Nuti, Roberto Mazzoleni ed Ashraf Saber, i quali migliorarono il piazzamento del 1991 di Marco Vaccari, Vito Petrella, Alessandro Aimar e sempre Andrea Nuti, che giunsero terzi con 3’05”51, tutt’ora record italiano.
Per le donne il passo all’indietro è molto più breve grazie a Chiara Bazzoni, Elena Bonfanti, Maria Enrica Spacca e Marta Milani, le quali proprio nella penultima rassegna indoor di Sopot 2014, con 3’31”99 stamparono il primato italiano assoluto.
Parigi, Indianapolis, Budapest, Siviglia, Toronto, Barcellona, Parigi, Maebashi, Lisbona, Birmingham, Budapest, Mosca, Valencia, Doha, Istanbul, Sopot, Portland. La storia del Campionato Mondiale Indoor è lunga 31 anni e anche l’Italia ha avuto una passato importante all’interno della rassegna. Con l’oro di Gianmarco Tamberi, prepariamoci verso Rio 2016 per continuare a fare onore al nostro stupendo retaggio atletico.
Foto: Giancarlo Colombo/FIDAL
Foto con Antonietta Di Martino: Getty Images
Foto: Elisa Cusma (Daniele Dal Mas/trackarena.com)