La capitale nipponica, fiera dell’organizzazione della sua seconda Olimpiade dopo l’edizione del 1964, si è però trovata all’interno di una bagarre: il logo olimpico scelto tempo fa fu accusato di plagio da un designer belga, il quale aveva notato nel simbolo di Tokyo 2020 una estrema somiglianza con una sua creazione.
Gli organizzatori dei Giochi hanno infine deciso di ritirare l’infausta immagine ed aprire una nuova selezione, che si chiuderà il 25 aprile con la proclamazione del vincitore.
Al momento in gara sembrano esserci, principalmente, quattro loghi, ognuno con un proprio motivo ed un significato ben preciso delle rappresentazioni.
La prima rappresentazione scelta è stata quella di un emblema semplice ed elegante con motivo a scacchi color indaco, colore molto presente nella cultura giapponese.
Seguendo lo stile ”Ichimatsu Moyo”, il logo si confà di tre diversi tipi di rettangoli, dal più largo al più stretto, il quali raffigurano i differenti paesi, le tante culture e modi di pensare. Esso incorpora il messaggio di “unità nella diversità“.
La seconda scelta è ricaduta su un logo che predilige curve sinuose ma al contempo decise.
Questo design esprime la connessione tra il dinamismo degli atleti, la gioia degli spettatori e l’espressione di pace e armonia in tutto il mondo.
Si cerca di comprendere la forza mentale e fisica, il movimento la velocità e le emozioni che scaturiscono da eccezionali gesti atletici.
Il disegno estremamente ”focoso” nella scelta dei colori, esprime anche il rispetto e la calda ospitalità che sarà riservato ai visitatori dei Giochi di Tokyo del 2020.
Gli emblemi ”C” sono stati ispirati dalla tradizione giapponese e dalle Divinità del Vento e del Tuono, le quali cercano di trasmettere il movimento nell’istante in cui un atleta rompe il nastro sulla linea del traguardo. Essi rappresentano anche la ricerca spasmodica del perfezionamento, con l’abbattimento dei propri limiti personali.
Il Dio del Vento e quello del Tuono sono state due figure molto amate in Giappone per molti secoli come possiamo ammirare in moltissime opere d’arte.
Nella raffigurazione, i tamburi taiko detenuti dal Dio del Tuono sono rappresentati da fuochi d’artificio, mentre il panno portato dal Dio del Vento è sostituita dalla stilizzazione di un arcobaleno a simboleggiare i concetti di pace, diversità e armonia.
L’ultimo logo in lizza per l’Olimpo raffigura il ”fiore della gloria”, che si volta verso il cielo per salutare il nuovo giorno, racchiudendo l’allegoria della luminosità nei volti degli atleti e degli spettatori.
Il seme del fiore, la vite che cresce,l’apertura dell’infiorescenza e, infine, il ritorno al seme, trasmette il senso di attesa per i Giochi e le successioni per la prossima generazione.
Questo fiore era particolarmente popolare nel periodo Edo del Giappone (1603-1867), e rimane uno dei preferiti dagli artisti nipponici.
QUI è possibile esprimere le proprie opinioni riguardo i vari che potranno aiutare la giuria a scegliere il disegno che sarà poi decretato vincitore.