Sono passati due mesi dalla pubblicazione del libro ”I giorni dell’oro” di Francesco Pinto, ma la presentazione vera, quella che gli spettava, si è avuta probabilmente solo ieri sera al Circolo Canottieri Aniene a Roma grazie alla Fondazione Agnes, presieduta da Simona Agnes, che ha deciso di organizzare l’evento.
Non si poteva chiedere di meglio infatti per un romanzo storico che parla di sport, di Olimpiadi, di Roma 1960.
Trovarsi in un circolo che ha regalato all’Italia numerosi atleti olimpici, alla presenza del presidente del CONI Giovanni Malagò, con il direttore di Sky Sport Giovanni Bruno ad elogiare la bellezza del libro a fianco di Umberto Broccoli, già azzurro di pallanuoto, e Marino Bartoletti, un pilastro del giornalismo sportivo italiano, ha reso giustizia al racconto di una delle più grandi imprese italiane.
Il filone del genio italiano sta particolarmente a cuore a Pinto, che ha raccontato della costruzione dell’Autostrada del Sole con “La Strada Dritta” (poi diventato una miniserie TV prodotta dalla RAI) e del progetto spaziale Euroluna ne “Il lancio perfetto“.
Nella sua ultima fatica però Pinto ha deciso di ricordare, con un pizzico di finzione, la grande avventura che è stata l’organizzazione delle Olimpiadi di Roma 1960, quelle della medaglia d’oro di Livio Berruti nei 200m e della vittoria scalza di Abebe Bikila.
Ed è stato proprio Berruti uno dei primi ad intervenire, anche se in collegamento telefonico, per ricordare le emozioni che ha vissuto quando è diventato il primo italiano a vincere una medaglia d’oro olimpica nella velocità.
Tutti e tre gli ospiti hanno elogiato la capacità di Pinto di proiettare il lettore esattamente in quegli anni fino al punto di “riuscire sentire il profumo della benzina super“, come ha detto Broccoli. La vicenda vede protagonisti tre personaggi di finzione che fanno da narratori inconsapevoli di quell’Italia che non si ferma davanti a niente, piena di estro e di iniziative. Di grande valore è stato anche il plauso di Bartoletti alla precisione nei dettagli e negli aneddoti che i veri malati di sport apprezzeranno durante la lettura.
In chiusura Pinto ha espresso con forte passione il desiderio di vedere di nuovo l’Italia protagonista di imprese impossibili, esortando i presenti, e tutti gli italiani, a credere in se stessi e a darsi fiducia.
Impossibile non accostare l’argomento del libro con la candidatura olimpica di Roma 2024, vista anche la presenza di un grande sostenitore quale Malagò, che tuttavia non è stata mai nominata nell’arco della serata; una saggia scelta che ha permesso di non far crollare con la politica quell’atmosfera di ammirazione e rispetto che solo lo sport sa generare.