Alle Olimpiadi di Rio vedremo una squadra particolare, quella dei rifugiati. Sarà formata da 10 giovani, di cui 6 atleti, provenienti dal Sudan del Sud e dall’Etiopia.
Il giornale inglese Inside the Games ha rivelato che Tegla Loroupe, il capo missione che è riuscito a portare i 10 rifugiati alle Olimpiadi, ha intenzione di continuare il progetto per altri 5 anni in modo da poter portare altri giovani talenti alle Olimpiadi di Tokio 2020.
Se non fosse stato per il progetto portato avanti da Loroupe e Volker Wagner questi ragazzi non avrebbero partecipato ai Giochi; “vogliamo continuare con questo progetto per dare speranza ad altri rifugiati – ha dichiarato Wagner a Inside the Games – Abbiamo così tante persone che soffrono, quando sono nei campi profughi, quale è il loro futuro? Nessuno. Questo progetto è un’idea che riporta alcuni di loro nel mondo attraverso lo sport“.
Per scegliere gli atleti che avrebbero partecipato i Giochi sono stati organizzati dei trials nei campi profughi in Africa, gli atleti selezionati si sono poi allenati incessantemente per arrivare preparati alla gara.
I ragazzi che sono rimasti al campo e che non gareggeranno verranno allenati per riuscire a diventare anche loro dei campioni, nella speranza di vederli correre, saltare e lanciare durante i maggiori campionati come la Diamond League o i Mondiali.
Durante il periodo finale della preparazione i 6 atleti scelti si sono allenati con la squadra olimpica del Kenia ed hanno avuto modo di confrontarsi con atleti di alti livelli, cercando di seguirli e di reggere il loro passo, fino a raggiungere i propri limiti e sentirsi male.
Per portare avanti questo progetto servono dei fondi, se verranno trovati molti altri ragazzi verranno coinvolti ed avranno la possibilità di farsi una vita e di provare a vivere di e per lo sport.