L’autunno è tempo di maratone e fra le 42,195 km del panorama internazionale spicca la Venice Marathon, gara unica nel suo genere per i quattordici ponti che caratterizzano la parte finale e per i suggestivi passaggi del capoluogo veneto. Sono stati seimila i partecipanti alla prova, partita come da tradizione da Stra, i quali hanno affollato il percorso fino al Ponte della Libertà e alle successive calli veneziane.
A mettersi in luce nella gara maschile sono stati fin da subito Ngare, Bekele, Titus Kwemoi Masai, Julius Chepkwony Rotich, Kiprono Bett, Kiplangat Bett e Kalale, gruppetto che passa ai 5km in 15’14” e ai 10km in 30″25. Il passaggio alla mezza maratona inizia a far sperare in un buon tempo finale: a metà gara, infatti, il cronometro segna 1h04’22”. Dopo pochi chilometri arriva il momento in cui la maratona entra nel vivo: al 25° km Rotich allunga assieme al connazionale Titus Kwemoi Masai e i due restano appaiati fino al 35° km, quando sul Ponte della Libertà Rotich stacca l’avversario in maniera netta e si invola verso il centro di Venezia. La vittoria è quindi sua dopo 2h10’25”, mentre giunge secondo al traguardo Adugna Chala Bekele (2h13’51”) dopo aver rimontato una posizione ai danni di Titus Kwemoi Masai, arrivato al traguardo esausto in terza posizione (2h15’34”) dopo aver corso arrancando gli ultimi chilometri prima di Riva Sette Martiri. A classificarsi primo fra gli italiani in gara è stato il marchigiano Massimiliano Strappato, sesto in 2h26’31”
Tra le donne, invece, la gara è stata a senso unico: Priscah Jepeting Cherono ha dominato la maratona fin dalle prime fasi, accompagnata da alcuni atleti maschili. La sua prova è stata caratterizzata dal buon ritmo e dalla regolarità: i passaggi sono stati di 35’00” ai 10 km, 52″15″ ai 15 km, 1h13’48” alla mezza maratona e 1h44’52” ai 30 km, fino all’arrivo in solitaria dopo 2h27’41”, tempo che le è valso anche il record personale. Seconda classificata, con quasi otto minuti di distacco, è giunta la connazionale Ester Wanjiru Macharia (2h35’15”), mentre sul terzo gradino del podio è salita l’azzurra Ivana Iozzia (2h37’04”).
Al traguardo, la Iozzia ha dichiarato: “Mi aspettavo qualcosa di meglio a livello cronometrico, anche se il terzo posto alla Venicemarathon è una bella soddisfazione. Ho corso praticamente da sola tutta la gara, d’altronde le atlete keniane erano troppo davanti, ho dovuto stringere i denti ma alla fine sono soddisfatta per questo bel podio”.
Appuntamento dunque al prossimo anno per un’altra dose di spettacolo e di battaglie!
Nella foto: Julius Chepkwony Rotich (Matteo Bertolin)