Quando un atleta viene squalificato per doping e i suoi risultati vengono annullati deve restituire le medaglie vinte, che verranno poi riassegnate.
Dopo le positività riscontrate dalle Olimpiadi di Pechino 2008, la giavellottista Maria Abakumova, argento a Pechino, avrebbe dovuto restituire la sua medaglia al CIO ma si è rifiutata di farlo. Le medaglie olimpiche infatti sono incise con il nome del vincitore e non possono quindi essere consegnate ad un altro atleta che ne riceverà invece una nuova.
La Abakumova ha fatto ricorso al TAS chiedendo di poter tenere la sua medaglia che non verrebbe comunque data a nessun altro atleta.
Anche Tatyana Lysenko ha deciso di non restituire la medaglia d’oro di Londra 2012; il marito e allenatore Nikolai Beloborodov ha annunciato infatti che la medaglia rimarrà nelle loro mani dato che la Lysenko non tornerà a gareggiare e, agli occhi degli altri, rimarrà comunque la campionessa olimpica.
Il CIO dal canto suo vorrebbe indietro tutte le medaglie assegnate ad atleti poi risultati dopati anche se si tratta più di un gesto simbolico che altro, dato che non avendo più i risultati convalidati quella medaglia è solamente un pezzo di metallo e niente più.
Non è la prima volta che un’atleta si rifiuta di restituire una medaglia; Irina Korzhanenko, olimpionica nel peso ad Atene 2004, si rifiutò infatti di consegnare il suo trofeo al CIO, così come l’americano Jerome Young che a Sidney 2000 vinse l’oro nella 4×400.
Nella foto Tatyana Lysenko (Reuters)