Le Olimpiadi di Rio sarebbero dovute essere le più pulite dal doping degli ultimi anni dopo i controlli effettuati dalla WADA sui campioni di Pechino 2008 e Londra 2012 per cercare di tenere lontani dalle competizioni gli atleti che in passato avevano barato.
Un report dell’Agenzia Mondiale Antidoping ha però dipinto il sistema antidoping di Rio come fallace e poco efficace.
Alcuni atleti non sono stati sottoposti ai controlli dovuti perché non sono risultati reperibili, quindi alcuni test risultano mancanti, mentre durante altre giornate non sono stati effettuati circa il 50% dei controlli previsti.
Come se non bastasse, un centinaio di campioni sono stati registrati con dei dati sbagliati quindi non siamo a conoscenza della loro provenienza e, se dovessero risultare positivi, sarà impossibile stabilire a quale atleta appartengano. Tra le altre cose un campione che sembrava scomparso è stato trovato due settimane dopo la fine dei Giochi, mentre sono stati effettuati circa 500 test in meno rispetto a quelli previsti.
La WADA identifica una serie di errori anche riguardo agli accompagnatori che non sono stati in grado di informare gli atleti circa i controlli che dovevano fare e non sapevano come riuscire a rintracciarli. Questo ovviamente lasciava una via di fuga a chi aveva fatto uso di sostanze illecite; per questo motivo è stato chiesto di avere solamente volontari con esperienza durante le Olimpiadi.
Il Dr Richard Budgett, il direttore medico e scientifico del CIO, ha dichiarato che il programma antidoping attuato durante i Giochi sia stato di successo, nonostante siano state apportate delle modifiche. Ricordiamo che il via libera per i laboratori brasiliani è stato dato solamente un mese e mezzo prima dell’inizio delle gare perché non soddisfacevano i criteri della WADA.
Il presidente della WADA, Sir Craig Reedie, ha invece riscontrato delle difficoltà nella raccolta dei campioni dovute alla mancanza di fondi e di volontari, i quali molto spesso si tiravano indietro lasciando scoperto il proprio posto di lavoro e rendendo quindi difficile procedere secondo i piani stabiliti.
Foto Reuters