Continua instancabile la macchina dell’antidoping nella rianalisi dei campioni prelevati durante i test effettuati nelle passate olimpiadi.
L’opera di pulizia questa volta ha visto coinvolti 5 atleti bielorussi, tutti di alto profilo, che avevano partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012.
La positività più in vista è quella di Aksana Miankova (già annunciata questa estate), martellista che aveva vinto l’oro a Pechino 2008 stabilendo anche il record olimpico con 78,69m. La Miankova 4 anni dopo si era piazzata 7^ alle Olimpiadi di Londra 2012 e i campioni di entrambe le olimpiadi sono risultati positivi al turinabol e all’oxandrolone. La medaglia d’oro di Pechino quindi finirà al collo della cubana Yipsi Moreno, permettendo all’altra bielorussa Darya Pchelnik di salire sul podio. In gara c’era anche l’azzurra Clarissa Claretti, che passa dal 7° al 6° posto.
Un’altra medaglia da riassegnare è l’argento conquistato da Natallia Mikhnevich sempre alle olimpiadi di Pechino 2008 ma nel lancio del peso. Paradossalmente la medaglia sarà riassegnata alla connazionale Nadzeya Opstachuk che è già stata privata di un titolo mondiale ed un titolo olimpico a causa di positività al doping. Anche in questo caso c’è un miglioramento in classifica per una azzurra: Chiara Rosa passa dal 13° al 12° posto.
Nella rete del CIO finiscono anche Pavel Lyzhyn, 4° nel peso uomini a Pechino 2008, Nastassia Mironchyk-Ivanova, 7^ nel lungo a Londra 2012, e Sviatlana Usovich, semifinalista negli 800m a Pechino 2008 e membro della 4x400m (ora squalificata).
Foto Jed Jacobshon/Getty Images