Due Olimpiadi, due Mondiali e tre Europei, due medaglie, un oro e un bronzo, ai Giochi del Mediterraneo e 20 titoli italiani complessivi tra indoor e outdoor. Questa è solo una parte di quello che troviamo leggendo il palmares di una grande atleta italiana: Silvia Salis.
Quelle di Rio sarebbero dovute essere le sue terze Olimpiadi, dopo quella di Pechino e di Londra, ma a causa di un infortunio che non le dà pace da due anni si è dovuta accontentare di assistervi come spettatrice. Ed è proprio da questo infortunio che è iniziata la nostra lunga chiacchierata: “Devo ammettere che ho avuto anni più semplici di quello appena trascorso, ma le difficoltà che ho dovuto attraversare si sono rivelate molto importanti per la mia crescita personale – afferma Silvia – il grande problema che non ho risolto ancora è la patologia cronica che interessa il mio adduttore destro, una specie di pubalgia. Ad aprile, dopo due anni di calvario, mi ha costretta ancora ad un lungo stop assoluto”.
A questo punto una domanda sorge spontanea: vedi ancora un futuro in pedana? “Ad oggi non lancio, posso fare pesi posture esercizi di rinforzo ma purtroppo, se forzo, il dolore torna. Insisterò ancora qualche mese. Dopo tutti questi tentativi è difficile vedere la luce, ma ti assicuro che ero arrivata ad un punto tale (per intenderci non riuscivo neanche più a guidare per più di un’ora da quanto era infiammata l’inserzione dell’adduttore) che la mia priorità in questi mesi è stata non sentire più dolore“.
Sembra quindi avvicinarsi un possibile ritiro, ma Silvia pare essere riuscita a trovare il modo di rimanere comunque nel mondo dell’atletica e dello sport in generale. Da quest’anno infatti fa parte del Consiglio Federale come Rappresentante in Quota Atleti e vi rimarrà per il prossimo quadriennio, in più è candidata come Rappresentate in Quota Atleti anche per il CONI. Il suo obbiettivo è quello di vedere tutti gli atleti allenarsi in campi agibili, data la ormai nota situazione di molti stadi di atletica che versano in condizioni pessime. “Per quanto riguarda il movimento di vertice sostengo da sempre la centralità dell’atleta come professionista e come individuo. Ho idee in cantiere, il primo progetto lo presenterò al prossimo consiglio, spero che i miei colleghi Consiglieri lo sostengano perché ci tengo molto; ti anticipo solo il nome, AllenaMente“. A noi non resta che aspettare il prossimo consiglio, che si terrà venerdì 24, per scoprire qualcosa di più su questo progetto.
Ma la nostra lanciatrice non è attiva solo a livello federale, molte volte ci è capitato di vederla partecipare a qualche programma televisivo: “È molto divertente ed interessante partecipare a trasmissioni sportive, quando sono stata coinvolta in alcune iniziative e trasmissioni non nego che mi sia piaciuto molto, si vedrà!“. A Rio ha fatto anche parte del Team Samsung per raccontare le olimpiadi insieme ad altri grandi nomi dello sport come Tania Cagnotto e Martina Caironi.
Per un’atleta abituata a stare all’interno della pista, è stato un po’ strano trovarsi dalla parte delle gradinate durante la maggiore rassegna sportiva mondiale: “Non ti nego che entrare nello stadio di atletica mi abbia fatto venire il nodo in gola, ma del resto così è la vita. Però il fatto di essere comunque coinvolta mi ha dato vero entusiasmo; vedere le Olimpiadi dall’esterno è stato molto educativo, quando partecipi sei in una lavatrice di luoghi volti emozioni concentrato su quello che devi fare, non hai una visione d’insieme“.
Nonostante le Olimpiadi di Rio ci abbiano regalato molte emozioni tra Record del Mondo e triplette spettacolari, abbiamo avuto anche tante delusioni data la totale assenza di medaglie da parte di italiani, situazione che non è migliorata a Belgrado durante i Campionati Europei Indoor in cui l’unico a salire sul podio è stato Fabrizio Donato con un argento nel triplo. Abbiamo chiesto a Silvia quale potrebbe essere secondo lei la soluzione per sbloccare la situazione italiana che a livello giovanile risulta essere invece competitiva.
“Penso che l’atletica debba diventare più critica con sé stessa, aprirsi verso l’esterno. La geografia mondiale del nostro sport è molto cambiata, i cosiddetti paesi emergenti iniziano a vincere, è tutto più difficile, ma sono fiduciosa che in questo quadriennio ci saranno parecchi atleti italiani che ci daranno grandi emozioni. – dichiara – Credo che in Italia ci sia da molto tempo un ottimo movimento giovanile, vedo giovani con qualità straordinarie; mi auguro sempre che siano seguiti da allenatori che abbiano la pazienza e la visione a lungo termine per gestirli con cura“.
L’ultima domanda ha riguardato invece l’atletica mondiale; durante questa stagione saranno in molti gli atleti ad appendere le scarpette al chiodo, primo fra tutti Usain Bolt. Cosa comporterà il ritiro di quello che è ritenuto uno dei più grandi campioni di tutti i tempi? “L’addio di Bolt lascerà un vuoto difficile da colmare, l’atletica mondiale è ” boltcentrica” da un decennio, lo scandalo della Russia non ha fatto che amplificare l’importanza di un personaggio pazzesco quale lui è. Si vedrà, ancora è difficile capire chi prenderà il suo posto“.
Ringraziamo Silvia per questa bella chiacchierata e speriamo di vederla tornare presto sulla pista e sulla pedana ancora una volta dal protagonista per chiudere al meglio quella che è stata una bella carriera sportiva.
Foto Giancarlo Colombo/FIDAL e Chiara Montesano/Trackarena