L’atletica si sa, e non smetteremo mai di dirlo, è uno sport povero. Molto povero se messo a confronto con il calcio.
“Non si vive di atletica!”
Sono sicuro che tutti voi vi siete sentiti dire questa frase, e mestamente avete dovuto abbassare la testa e confermare.
Tuttavia anche se non lo sapete c’è qualcuno che sta combattendo per voi.
Si tratta dell’ottocentista degli Stati Uniti Nick Symmonds, 4 titoli americani in tasca, 2 finali mondiali e una partecipazione alle olimpiadi (Pechino 2008) che ha ingaggiato una vera e propria guerra contro la IAAF e le sue regole che limitano la possibilità degli atleti di ottenere sponsor.
Ho girato un po’ il sito della IAAF e sono rimasto stupito nel trovare un vero e proprio regolamento sulla pubblicità! Un manuale di più di 40 pagine piene di norme varie che spiegano cosa si può mettere in campo, sul podio, sul vestiario, fuori dallo stadio in ambito pubblicitario.
In particolare a Symmonds non va a genio quella che limita il numero di sponsor che un atleta può presentare sulla divisa di gara.
In pratica la IAAF dice che durante le sue competizioni sulla canotta (o sul body) ci può essere solamente:
– Logo della squadra o dello sponsor e logo del produttore dell’abbigliamento nelle competizioni individuali
– Logo della federazione o bandiera della nazione o sponsor della federazione, sigla della nazione o nome dell’atleta e logo del produttore dell’abbigliamento nel caso delle competizioni per conto della nazionale.
Si capisce subito che ogni atleta può presentare sulla canottiera solo uno sponsor (se è una gara individuale), addirittura nessuno nel caso di Mondiali o Olimpiadi. Controllano pure quello che c’è scritto sui cappellini!
Questo naturalmente limita la possibilità degli atleti di trovare sponsor che li sostengano nella loro attività.
Per questo Symmonds a Gennaio ha deciso di mettere all’asta su eBay la propria spalla sinistra dove si farà un tatuaggio temporaneo con il nome del profilo Twitter del vincitore, la società di comunicazione Hanson Dodge Creative che si è aggiudicata il rettangolo di pelle per 11.100,00$.
Il logo rimarrà sulla spalla dell’americano per tutta la stagione 2012 e in tutte le interviste (dove sarà possibile) Symmonds nominerà la Hanson Dodge Creative e spiegherà perchè è costretto a coprire il tatuaggio con del nastro adesivo.
In questo modo l’ottocentista è riuscito ad evitare più o meno lo sgambetto della IAAF. Dico più o meno perchè in realtà la IAAF aveva previsto questa mossa e ha proibito qualsiasi forma di pubblicità tramite body painting. Per questo Symmonds sarà costretto a coprire con del nastro adesivo il tatuaggio in gara, durante le premiazioni e durante le interviste degli organizzatori.
Tuttavia rimane il fatto che è una iniziativa molto coraggiosa e significativa, ma soprattutto a prima vista efficace.
Che sia un punto di svolta per le sponsorizzazioni sportive?
(foto presa dalla Pagina Facebook di Nick Symmonds)