Molti sono stati gli scrittori che hanno cercato di prevedere il futuro, dai robot di Asimov al Grande Fratello di Orwell. Per lo scrittore forse è anche divertente cercare di immaginare come andrà a finire una determinata cosa, sbizzarrendosi sulle conseguenze più catastrofiche.
Ma se indovina? Come si sente?
Dovremmo chiederlo a Paolo Foschi, un giornalista ex-atleta, che ha deciso di scrivere un libro poco prima delle Olimpiadi di Londra 2012 ambientandolo proprio in quei giorni.
Nelle poco meno di 200 pagine di “Delitto alle Olimpiadi – Un’indagine del commissario Attila” (edizioni e/originals) viene raccontata la storia di un omicidio legato ad un caso di doping.
Come in tutti i gialli ci sono due figure indispensabili, la vittima e l’investigatore. Stavolta però sono accomunati dallo sport: Marinella Paris è (o meglio, era) un‘ostacolista della nazionale italiana in partenza per i Giochi Olimpici di Londra appunto mentre Igor Attila è invece un ex-pugile, passato passato in polizia dopo aver provato a laurearsi in giurisprudenza, al quale era stata tolta da sotto il naso la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul ’88 a cause di una più che evidente combine dei giudici.
Ad aiutarlo però non c’è il Watson di turno, ma un gruppo di quattro ex-atleti, anche loro entrati in polizia come ripiego di una carriera fallita da atleti.
Nell’abitudine di cantare del Commissario Attila si rispecchia la passione per la musica dell’autore, in quasi ogni capitolo il nostro eroe fischietta canzoni il cui testo rievoca il suo attuale stato d’animo, una maniera geniale per creare un collegamento tra personaggio e lettore.
Il libro si legge molto scorrevolmente, quasi da goderselo sotto l’ombrellone nelle afose giornate estive, e infatti è stato pubblicato a Giugno. Per gli appassionati di atletica è un’ottima possibilità di evasione dallo stress quotidiano. Non mancano infatti episodi che non possono fare altro che far spuntare un sorriso sulle labbra di chi legge.
Fossi in voi lo leggerei anche solo per…non vi svelo niente ma vi assicuro che una volta finito rimarrete a bocca aperta.
Ripensando però a quello che è successo nella realtà, se fossi stato l’autore del libro mi sentirei un po iettatore. Consoliamoci con il fatto che non c’è stato bisogno di nessun commissario Attila.
Guarda un pó, questo libro lo avevo notato giusto un paio di giorni fà ed ero indeciso se cercarlo….ora mi toccherà farlo!!!! ;D
lettore nato + sportivo nel sangue = il libro giusto per Michele e quelli come lui! Quasi quasi lo leggo anch’io (pur non rientrando in tutte e due le categorie)….
Bellisima la storia di questo giallo alle olimpiadi.