Un 2012 ricco di appuntamenti internazionali ha entusiasmato tutti noi, appassionati di atletica. Mondiali indoor a Istanbul, Europei a Helsinki, Giochi Olimpici e chi più ne ha, più ne metta. In una sola parola: ATLETICA.
La regina degli sport ancora una volta ci ha tenuti “incollati” alla televisione (quando era possibile) e, tramite il web, le notizie circolavano così velocemente che tutti conoscevamo subito il vincitore di ogni gara. Insieme abbiamo gioito e applaudito senza distinzione di nazionalità, colore della pelle o sesso. Anche questo è sport.
Come poter dimenticare la volata infinita di David Rudisha che ha nuovamente abbassato il limite mondiale negli 800 metri abbattendo il muro dei 61’’. Una gara senza precedenti: 5 atleti sotto il minuto e 43 secondi, tutti i finalisti al primato personale (ad eccezione del sudanese Kaki che ha fatto comunque registrare lo stagionale), 2 record del mondo (senior e junior) e 2 record nazionali; senza dimenticare che in finale erano presenti tre atleti della categoria junior (Amos e Kitum a medaglia).
Le quattro medaglie d’oro della Gran Bretagna hanno infiammato gli 85mila dell’Olympic Stadium londinese: la storica doppietta del grande Mo Farah (5.000m e 10.000m), l’oro nell’Eptathlon di Jessica Ennis e la vittoria nel salto in lungo di Greg Rutherford.
Il lancio del giovanissimo Keshorn Walcott. Il giovane (classe 1993) di Trinidad, dopo aver vinto il titolo mondiale junior a Barcellona in luglio, un mese più tardi, regala la seconda medaglia d’oro nella storia del suo paese vincendo a sorpresa la gara del lancio del giavellotto.
Poi le staffette 4×100. Jamaica al maschile e USA al femminile. Extraterrestri. Bolt e compagni (Carter, Frater e Blake) fermano il cronometro a 36.84. Le ragazze a stelle e strisce Madison, Felix, Knight e Jeter non sono da meno: 40.82 e new world record.
Il “triplete” del francese Renaud Lavillenie. Il saltatore con l’asta vince tre ori su tre nelle grandi manifestazioni (Mondiali indoor, Europei e Olimpiadi). E il grandissimo Felix Sanchez vince la sua seconda olimpiade dopo Atene 2004 nei 400 a ostacoli. Grande performance e tecnica da manuale dell’atletica. L’urlo a fine gara, il suo pianto di gioia e la fotografia della nonna portata sotto il pettorale sono immagini che difficilmente dimenticheremo.
La caduta disastrosa nei 110 a ostacoli di Xiang Liu; dopo l’infortunio in batteria a Pechino, ancora una volta non porta a termine la sua gara. L’ostacolista cinese inciampa sul primo ostacolo e la sua Olimpiade finisce così. La caduta di un re. Qualcosa però lo spinge a “concludere” la gara saltellando su una gamba e all’arrivo gli avversari lo sorreggono. Questi sono i veri campioni!
E infine Kirani James chiede il pettorale a Oscar Pistorius. Questa, a parer mio, è una delle immagini più belle del 2012. James che poi vincerà la finale con 43″94: tempo incredibile per un ragazzo appena ventenne. Questo e tanto altro …
E poi ci siamo anche noi. L’Italia che in mezzo a questi eroi ed extraterrestri, ha detto la sua. Non solo il titolo europeo e il bronzo olimpico del nostro supereroe Fabrizio Donato, ma anche Antonietta Di Martino che vince l’argento ai Mondiali Indoor a Istanbul, Chiara Rosa e Daniele Meucci sul podio a Helsinki, l’oro europeo a Budapest nel cross di Lalli, la medaglia d’oro di Alessia Trost, campionessa del mondo junior, nel salto in alto e il bronzo di Roberta Bruni nell’asta a Barcellona.
E ancora i 2 metri e 31 centimetri di Chesani e Tamberi, la finale stellare degli Assoluti a Bressanone nel salto triplo (Greco, Donato e Schembri), i grandi progressi negli ostacoli del giovane Bencosme e i nuovi record italiani della Caravelli e di Abate. Purtroppo c’è anche la nota dolente, la positività all’antidoping di Alex Schwazer a una settimana dalla 50 km di Londra. Infine tutti noi semplicemente atleti che ogni giorno andiamo al campo per allenarci e superare noi stessi.
Il 2013 è ormai alle porte cari amici. Il grazie più grande va, ancora una volta, a colei che ci fa divertire, ci fa crescere ma soprattutto ci fa sognare.
Grazie ATLETICA !!!
Liu Xiang era già infortunato della gara dunque non inciampò sul primo ostacolo e poi lo stadio non ha/aveva una capienza di 80.000 persone?!
Jacopo mi sa che ti sei confuso … a Pechino 2008 Liu Xiang si infortunò sui blocchi prima della batteria. A Londra 2012 invece si inciampò sul primo ostacolo,cadde e concluse la gara zoppicando (guardati dei video su youtube).
L’Olympic Stadium di Londra, durante i Giochi Olimpici, aveva una capienza di 80000 persone. Adesso, dopo le Olimpiadi, 60000 posti.
Tu hai scritto che le prestazioni degli inglesi hanno infiammato gli 85MILA dell’Olympic Stadium!
Guarda bene il video di Londra, Liu aveva il piede destro già fasciato con cui “spinge” per raggiungere l’ostacolo poi mi sembra un pò strano che Liu Xiang “inciampi” al primo ostacolo, no!?
Il suo allenatore in un’intervista qualche giorno prima delle batterie aveva detto che Liu Xiang era pronto a correre, aveva risolto un piccolo problema alla schiena . Sentiva solo un leggero fastidio al tendine d’Achille(cosa ormai normale, dato che si era già infortunato e spesso il dolore tornava) e proprio sul tallone adottò un tape giallo. Cerotto in grado di alleviare i dolori muscolari e correggere problemi al tendine e alle articolazioni. Un conto è un leggero fastidio, un altro è un infortunio!!!
Mi correggo i posti sono circa 80mila non 85 (comunque può ospitare 80mila persone). Ti ringrazio comunque per averlo segnalato.
prego, quindi non inciampò sul primo ostacolo ma a causa dell’infortunio che può essergli tornato in quel momento o poco prima! 😀
Non hai citato un’altro fatto importante é quello di Manteo Mitchell che ha finito la sua frazione nella 4x400m con il perone rotto per consegnarlo al suo compagno.
Infatti! Grande Mitchell!
sicuramente ragazzi ho tralasciato moltissime altre cose. Ognuno di noi ha i suoi ricordi. E’ anche questo il bello dell’atletica!!!