Dorando Pietri nasce a Mandrio di Correggio il 16/10/ 1885 ma cresce a Carpi. Inizia a lavorare fin da giovane come aiutante nella pasticceria Roma della città; contemporaneamente all’attività lavorativa, Pietri si dedica anche allo sport, praticando il ciclismo, pratica che dovrà abbandonare in seguito ad una rovinosa caduta.
Abbandonate le due ruote, il giovane inizia a dedicarsi alla corsa, diventando, dopo pochi anni di allenamento, uno dei podisti più forti sul palco italiano e preparandosi a intraprendere gare ad alto livello agonistico. Il debutto di Pietri avviene nel 1904 a Bologna, dove giunge secondo sui 3000 m; poco tempo dopo, proprio a Carpi, viene indetta una gara sull’ora di corsa, la quale non viene presa con leggerezza da Pietri, che partecipa imponendo un ritmo preciso e serrato, portandosi a casa la vittoria con 18890 metri corsi, che costituirebbe il record italiano, purtroppo non omologato perché non corso in pista.
Nel 1905 arriva il primo titolo italiano per Pietri, il quale straccia la concorrenza sui 25 km, impresa che invoglia i suoi concittadini a fare una colletta per permettere al loro campione di gareggiare su una 30 km a Parigi, gara in cui Pietri fa una discreta figura, battendo alcuni dei più forti esponenti europei della specialità. Tutto questo, fa sognare Dorando Pietri sulla partecipazione agli imminenti giochi intermedi che si terranno ad Atene l’anno successivo.
Il 1906 arriva, e con esso anche la Maratona di Roma, la quale vale come qualificazione ai Giochi. Pietri non si fa troppi problemi e si mette tutti dietro, vincendo gara e strappando il pass olimpico. Purtroppo per il piccolo fondista, la sua avventura ai giochi intermedi si conclude al 24esimo km di gara, dove, mentre è primo di ben 5 minuti su tutti gli avversari, Pietri avverte dei forti dolori intestinali che non gli permettono di continuare la gara, sfumandogli così la possibilità di ottenere un alloro olimpico.
Questo piccolo imprevisto non fermò il piccolo mezzofondista, (era minuto, di appena 1,59 di statura), il quale ricominciò a mietere vittorie in tutta la nazione, prendendosi, nel 1907, il titolo italiano sui 5000 col record nazionale di 16’27″2. Tutto il 1907 però, per Pietri, fu finalizzato alla preparazione delle Olimpiadi che si sarebbero tenute l’anno dopo a Londra.
Dopo una preparazione lunga e intensa, Pietri si presentò , il 7 luglio del 1908, alla maratona di Carpi, valevole come qualificazione olimpica, qualificazione che arrivò con la vittoria e record italiano per Pietri, il quale corse in 2h38′.
La Maratona alle Olimpiadi di Londra si svolse il 24 luglio del 1908, in una giornata calda. Pietri partì col suo solito ritmo, cercando di risparmiare per i 20 km finali ma soprattutto cercando di tenere d’occhio il sudafricano Hefferon, il quale viene rimontato dal Pietri al 39esimo km dopo una forte progressione dell’italiano.
Purtroppo, dopo questa immane progressione, Pietri inizia a perdere lucidità e la strada per lo stadio olimpico iniziò a sembrargli infinita. Dopo aver sbandato e sbagliato strada, i giudici reindirizzarono l’atleta sulla giusta via, ma egli cadde senza sensi. Pietri fu subito aiutato ad alzarsi per concludere la gara. Finalmente, dopo 10 minuti per coprire 500 metri, Pietri taglia il traguardo, davanti all’americano Heyes, col tempo di 2h54’46″2.
Gli americani, dopo essersi accorti dell’aiuto dato a Pietri, fecero ricorso che fu accolto dalla giuria, cosa che fece squalificare Pietri, preludendogli non solo l’oro ma tutte le altre medaglie.
Questo accadimento fece scalpore e fu vissuto come un dramma sportivo e umano, tanto che uno dei più grandi scrittori inglesi del tempo e inventore di Sherlock Holmes, propose alla regina Alessandra di dare a Pietri una coppa d’oro identica a quella consegnata al vincitore, in modo da premiare comunque la lena del piccolo fondista emiliano.
Conan Doyle fece anche di più per Pietri, convicendo il Daily Mail a istituire una raccolta di fondi per permettere a Pietri di aprire una panetteria.
Il mito di Pietri, maratoneta sconfitto per un semplice aiuto, fece rapidamente il giro del mondo, facendo del fondista una celebrità, celebrità che forse non sarebbe arrivata con la stessa forza se Pietri avesse trionfato nella maratona di Londra.
Dopo il suo rientro in Italia e accolto come un eroe, Pietri partì per una tournee di gare e spettacoli sportivi negli Stati Uniti. Il 25 novembre 1908, fu istituita una gara per permettere a Pietri di prendersi la rivincita su Hayes. Questo avvenimento portò una incredibile affluenza di italo-americani al Madison Square Garden di New York, i quali vedevano in Pietri un eroe.
La gara si svolse su duecentosessantadue giri in pista, nei quali Pietri si prese la rivincita, staccando Hayes agli ultimi 500 m; questa vittoria diede negli italo-americani una grande infusione di coraggio nel portare avanti la loro vita negli USA.
Oltre a questa rivincita, Pietri gareggiò in altre ventidue gare vincendone diciassette e rientrando nel maggio 1909 il Italia come un grande campione internazionale ormai affermato nonchè grande epsressione di vanto per l’Italia.
Nel 1911, a 26 anni, Pietri si ritirò dalle gare, dopo oltre 200.000 lire vinte e un vitalizio settimanale di 1250 lire. Pietri andò a vivere a Sanremo nel 1923, città in cui morì, colto da un attacco cardiaco.
Pietri ha fatto breccia nell’immaginazione popolare, e la sua storia continuerà a vivere come colui che riuscì a vincere comunque senza aver mai vinto ufficialmente.
Una sconfitta che ha fatto storia! Penso che il risvolto di quella squalifica è stata la più positiva che si potesse immaginare! Un mito vero!
Davvero grande! Ho visto pure il film che gli è stato dedicato… una determinazione invidiabile 😀
E cuante altre cose furono raccontate sulla sua vita: vere,¿ o esagerazioni giornalistiche per rendere ancora più leggendario l’atleta? Non lo so, però ve le riporto di seguito:
– per allenarsi anche quando non aveva tempo, cuando distribuiva a domicilio i prodotti dolciari ci andava correndo
– Nei giorni precedenti la maratona, fece 40km di allenamento sul tracciato di gara
– Si sentì male perché assunse piccole dosi di stricnina, all’epoca non considerato doping
– un altro fattore che lo portò a crollare fue l’aber chiesto a gesti qúanti km mancassero, e qualcuno nella folla gli disse “one kilometre!” quando invece ne mancavano ancora 3: per cui lui si sforzò al massimo, ignorando che mancasse il triplo di cuanto si aspettara
– si dice che la regina había avuto il seguente discorso con Dorando:
“Di che paese siete?”
“Di Carpi, maestà.”
“Che mestiere fate?”
“Il fornaio, maestà”
“Siete stanco?”
“No, maestà”
“Quale è la cosa più preziosa che avete?”
“Le mie scarpe, maestà.”
“E quanto valgono le vostre scarpe?”
“Come il vostro palazzo, maestà.”
Al que Dorando diede alla regina le sue scarpe, e
la regina in cambio gli diede tanti soldi cuanti ce ne vogliono per costruire un vero palazzo.
que todo ciò sia vero, non lo so, ma anche si fosse tutto falso, resterà lo stesso un simbolo dell’atletica italiana
Una storia davvero commovente
Grandissimo! Vidi anche il film che fecero sulla rai, davvero una bella storia!
che dispiacere che deve avergli dato la squalifica!
un’atleta come lui non si merita una squalifica del genere.
Con la sua rivincita del 1908 ha dimostrato di essere piú forte del compagno statunitense Hayes e che non bisogna mai arrendersi dopo una sconfitta o una delusione !!!